SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Giustizia svenduta, sarà la Corte di Cassazione a decidere chi dovrà giudicare due ex pm di Trani

Il gup di Potenza, Lucio Setola, ha inviato gli atti del processo seguito all'inchiesta "Giustizia svenduta" alla Corte di Cassazione. Sarà dunque la Suprema Corte a risolvere "il conflitto negativo di competenza" e a decidere dinanzi a quale giudice si dovrà celebrare il processo per corruzione in atti giudiziari a carico degli ex pm tranesi…

Il gup di Potenza, Lucio Setola, ha inviato gli atti del processo seguito all’inchiesta “Giustizia svenduta” alla Corte di Cassazione.

Sarà dunque la Suprema Corte a risolvere “il conflitto negativo di competenza” e a decidere dinanzi a quale giudice si dovrà celebrare il processo per corruzione in atti giudiziari a carico degli ex pm tranesi Antonio Savasta e Luigi Scimè e di altri tre imputati già condannati in primo grado dal Tribunale di Lecce, sentenza poi annullata dalla Corte d’appello che aveva trasmesso gli atti, per competenza, alla Procura di Potenza.

Il gup potentino ha accolto le questioni preliminari sollevate dal pm e dalle difese degli imputati Savasta, Scimè e degli avvocati Ruggero Sfrecola e Giacomo Ragno e dell’immobiliarista Luigi D’Agostino.

In primo grado il Tribunale di Lecce aveva condannato (in abbreviato) Savasta a 10 anni, Scimè a 4 anni, Sfrecola a 4 anni e 4 mesi, Ragno a 2 anni e 8 mesi, D’Agostino a 4 anni. La vicenda è quella che, nel gennaio 2019, portò all’arresto di Savasta e del suo collega Michele Nardi (giudicato in altro processo) per aver pilotato, tra il 2014 e il 2018, sentenze e vicende giudiziarie e tributarie in favore di imprenditori coinvolti nelle indagini, in cambio di diverse utilità.

Il giudice Setola, che avrebbe dovuto decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio degli indagati, si è dichiarato incompetente ed ha affermato che “la compentenza a decidere i fatti” era stata “correttamente individuata nel Tribunale di Lecce” dove era stata incardinata l’azione penale.

La sentenza dei giudici salentini di primo grado era stata poi annullata dalla Corte d’appello di Lecce che si era dichiarata incompetente e aveva trasmesso gli atti alla Procura di Potenza ritenendo che il procedimento fosse connesso con quello a carico dell’ex procuratore di Taranto e Trani, Carlo Maria Capristo, imputato nella città potentina e dove il 22 gennaio scorso è stato condannato in primo grado a due anni e sei mesi per tentata induzione indebita e falso ideologico.

Poiché, dopo la dichiarazione di incompetenza di oggi, sono stati due i giudici che si sono dichiarati incompetenti a giudicare gli stessi imputati, il conflitto di competenza è “negativo” e gli atti devono essere rimessi alla Suprema Corte che dovrà decidere dinanzi a quale giudice dovrà essere celebrato il processo.

Nel caso simile che riguarda anche l’ex giudice Nardi, la Cassazione si è già pronunciata annullando la sentenza d’incompetenza della Corte d’appello di Lecce e facendo rivivere la sentenza di primo grado. In questo modo ha affermato la competenza dei giudici potentini a trattare il solo processo d’appello ritenendo che la causa di incompetenza territoriale sia sopravvenuta dopo la sentenza di primo grado.

ARGOMENTI

antonio savasta
corte di cassazione
giustizia svenduta
Potenza

CORRELATI

string(0) ""

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!