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“Incapace di intendere e volere”: il killer di Santa Scorese assolto dall’accusa di stalking alla sorella della vittima

Il 65enne Giuseppe Dimauro, responsabile dell'omicidio di Santa Scorese (giovane attivista cattolica uccisa a coltellata sotto casa a Palo del Colle il 15 marzo del 1991), è stato assolto dal reato di stalking nei confronti della sorella della sua vittima, Rosa Maria. L'uomo è stato dichiarato "incapace di intendere e di volere" al momento della…

Il 65enne Giuseppe Dimauro, responsabile dell’omicidio di Santa Scorese (giovane attivista cattolica uccisa a coltellata sotto casa a Palo del Colle il 15 marzo del 1991), è stato assolto dal reato di stalking nei confronti della sorella della sua vittima, Rosa Maria.

L’uomo è stato dichiarato “incapace di intendere e di volere” al momento della commissione dei fatti. Era stato rinviato a giudizio a novembre scorso per atti persecutori.

Il gup di Bari, Angelo Salerno, pur dichiarandone la “pericolosità sociale“, ha assolto – in abbreviato – Dimauro sulla base di una perizia psichiatrica della dottoressa Anna Margari.

Per Dimauro sono stati revocati i domiciliari, che stava scontando in una Rsa a Cassano delle Murge e ne è stata disposta la libertà vigilata con ricovero in una Comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica (Crap).

Nella struttura, ancora da individuare, Dimauro dovrà mantenere i contatti con il Centro di salute mentale e dovrà sottoporsi a terapia psichiatrica.

«È come se non si riuscisse a rompere un cordone ombelicale che lega questa persona alla famiglia Scorese da oltre 33 anni. Per loro è una continua condanna all’ergastolo», commenta l’avvocata Maria Pia Vigilante, che assiste Rosa Maria Scorese.

«Avevo 28 anni quando è iniziata questa storia, ora sono quasi “anziana” e vivo con il timore che certe cose possano ripetersi. Gli unici condannati siamo noi», è invece il commento di Rosa Maria Scorese.

A marzo 2023 Dimauro fu arrestato per aver perseguitato Scorese sui social e con delle lettere, in cui avrebbe manifestato ancora l’ossessione nei confronti della sua vittima. Anche per il delitto del 1991 fu giudicato incapace di intendere e di volere, e dopo il ricovero in un ospedale psichiatrico per dieci anni fu sottoposto a cure in libertà vigilata.

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