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Regionali in Basilicata, Pd spaccato su Chiorazzo. E Renzi: «Speranza? Meglio Bardi»

La domenica non ha portato consiglio nel Partito democratico della Basilicata. Dopo lo scontro in direzione regionale per sciogliere il nodo della candidatura di Alberto Chiorazzo a presidente della Regione, finito senza una conta all’ultimo voto solo grazie alla mediazione dei due dirigenti nazionali Igor Taruffi e Davide Baruffi, entrambi inviati dalla segretaria nazionale Elly…

La domenica non ha portato consiglio nel Partito democratico della Basilicata. Dopo lo scontro in direzione regionale per sciogliere il nodo della candidatura di Alberto Chiorazzo a presidente della Regione, finito senza una conta all’ultimo voto solo grazie alla mediazione dei due dirigenti nazionali Igor Taruffi e Davide Baruffi, entrambi inviati dalla segretaria nazionale Elly Schlein, il giorno di festa è trascorso tra telefoni incandescenti e chat infuocate.

I dem lucani sono ormai verticalmente spaccati in due fazioni: da una parte le truppe di Gianni Lettieri, segretario regionale e sostenitore di Chiorazzo insieme all’ex ministro Roberto Speranza, dall’altra il gruppo che si riconosce nell’ex senatore e componente della direzione nazionale Salvatore Margiotta che sabato notte era pronto a presentare un documento sottoscritto da 20 dirigenti del partito con cui avrebbero chiesto un passo indietro del candidato in pectore «per far posto a un nome che possa essere condiviso da altre forze del centrosinistra», decisamente contrarie al manager delle cooperative bianche. D’altra parte, dopo la vittoria in Sardegna, la segretaria Schlein ha ricordato che bisogna essere «testardamente unitari». E uno dei firmatari per convincere i compagni di partito ieri ha sottolineato che «serve un nome che allarghi, altrimenti la corsa solitaria del Pd sarà un suicidio. Ad Azione, per fare un esempio, che in Basilicata vuol dire Pittella e vale tra il 5 e 6 per cento».

Intanto il tempo corre e a poco più di due settimane dalla presentazione delle liste, fissata per il 20 marzo, gli sherpa del campo largo sperano in una soluzione salomonica che possa offrire chance nella competizione con il centrodestra dell’uscente Vito Bardi.

Tra le ipotesi che anche ieri sono circolate ancora una volta è emerso il nome di Roberto Speranza, ex ministro della Salute dei governi Conte II e Draghi, visti i solidi rapporti con il presidente dei Cinque Stelle, in modo da unire i dem ai pentastellati come in Sardegna ma anche in Abruzzo dove si sta sperimentando un campo larghissimo a sostegno di Giovanni D’Amico. Un’eventualità che Matteo Renzi ha bollato con parole al vetriolo: «Se in Basilicata la sfida sarà tra il generale Bardi e Speranza, noi saremo convintamente dalla parte di Bardi, perché scegliamo le persone non le formule politiche», annunciando per la prima volta dopo l’uscita dal Pd nel settembre del 2019 un voto per il centrodestra.

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