Spunta negli studi di Telenorba un mezzo accordo sulla data delle primarie del centrosinistra nel primo confronto pubblico dei due candidati Vito Leccese per il Pd e Michele Laforgia per la sinistra. Incalzati dal direttore Vincenzo Magistà i due alla fine hanno in parte superato i dissapori emersi sul tavolo di coalizione e al successivo dei 15 saggi. Ma non è stato facile arrivare ad un “armistizio” durante la trasmissione con la promessa di rivedersi in campo neutro per un pranzo o un caffè. Tornando alle primarie i due candidati sono entrati in studio dopo una riunione infuocata tenuta in presidenza regionale con il presidente Emiliano, il sindaco Decaro, i segretari dei partiti di centrosinistra. Distanti le posizioni di partenza sulla consultazione ai gazebo.
«Prima si fa meglio è» ha suggerito il penalista, «no, rinviamo al 7 aprile, bisogna prima ascoltare cittadini, associazioni, imprenditori», la posizione di Leccese. Alla fine Laforgia ha proposto il 24 marzo, la domenica delle Palme, una settimana prima di Pasqua. «Che senso ha tenerle il 7 aprile, un mese prima della consegna delle liste?», ha incalzato l’avvocato, prenderemmo in giro i partecipanti. Messo alle strette Leccese ha finito per accettare. «Va bene, vogliamo decidere qui in questo studio, va bene, ma ricordiamoci che rispetto al piglio decisionista di Laforgia la politica è mediazione, ascolto, dialogo e confronto, fare in modo che le posizioni si avvicinino». «Mi sembri il ministro dell’armonia», la replica ironica del penalista.
Su un punto entrambi si sono ritrovati entrambi d’accordo, la maxi inchiesta sulle infiltrazioni criminali in città non può ribaltare la decisione già prese di tenere le primarie. Certo, hanno concordato, con regole adeguate ed una serie di modifiche rispetto al cliché degli ultimi decenni. Sul punto Leccese e Laforgia si sono impegnati a trovare una soluzione nel giro di pochi giorni. Unico punto in comune l’introduzione del voto elettronico per prevenire qualsiasi manomissione e/o intrusione, ma direttamente al seggio con l’ausilio di un tablet e non da casa. Distanti, invece, sulla localizzazione dei gazebo. Laforgia chiede un seggio unico, una sorta di “mobilitazione” popolare, una manifestazione da parte del popolo del centrosinistra. Per Leccese, invece, la presenza di almeno un municipio per assicurare la partecipazione ed il coinvolgimento. Il confronto s’è spostato poi sull’approccio dei due candidati alla successione del sindaco Decaro.
Convitato di pietra del programma e tirato in ballo dai collegamenti in esterna dell’attore Antonio Stornaiolo. Alla fine ha prevalso il bon ton ed il reciproco rispetto. «Io voglio bene a Vito – ha detto Laforgia – il bene è una categoria che non si usa in politica, noi non litigheremo mai, piuttosto viviamo all’interno di una coalizione dove com’è giusto che sia ci sono visioni diverse». «Ci conosciamo da quando avevamo i calzoni corti – gli ha fatto eco Leccese – le divisioni che filtrano all’esterno sono molto meno evidenti, il nostro è un rapporto consolidato». Un “volemose bene”, insomma, forse l’ultimo prima dell’inizio della battaglia vera.