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Al “Via del Mare” arriva l’Inter, il doppio ex Cirillo: «Difficile sulla carta ma il Lecce suderà l’anima»

«Contro l’Inter sulla carta è difficile, ma il Lecce suderà l’anima davanti al suo pubblico». Parola di Bruno Cirillo, ex difensore dell’Inter nella stagione 2000/01 (ventisei presenze tra campionato e coppe) e del Lecce nel 2001/02 (venti presenze e tre gol) e da gennaio a giugno del 2003 (quattordici presenze e un gol). In carriera…

«Contro l’Inter sulla carta è difficile, ma il Lecce suderà l’anima davanti al suo pubblico». Parola di Bruno Cirillo, ex difensore dell’Inter nella stagione 2000/01 (ventisei presenze tra campionato e coppe) e del Lecce nel 2001/02 (venti presenze e tre gol) e da gennaio a giugno del 2003 (quattordici presenze e un gol). In carriera ha vestito anche le maglie di Reggina (per 134 volte), Tricase, Siena, Aek Atene, Levante, Paok, Alki Larnaca, Metz e Pune City, oltre a quelle dell’Under 21 azzurra (con cui ha conquistato gli Europei di categoria del 2000) e quella della Nazionale olimpica.

Cirillo, domani Lecce-Inter. Da doppio ex, che partita si aspetta?

«Sulla carta è difficile, perché l’Inter sta facendo qualcosa di veramente importante. Verrà a Lecce con l’obiettivo di fare bene, vincere e allungare sulle altre. Ma sul campo mi aspetto una partita in cui il Lecce suderà l’anima davanti al suo pubblico, perché ha bisogno di punti, rendendo la partita difficile all’Inter».

Dopo il bell’avvio, nell’ultimo periodo sono mancati un po’ i risultati, nonostante buone prestazioni.

«Se ne esce sicuramente. Conosco l’ambiente, ho avuto la fortuna di avere come direttore Corvino, ho giocato con D’Aversa. È una società sana, a cui non manca nulla. È come una famiglia, bisogna stare uniti e continuare su questa strada. Le prestazioni ci sono, quindi i risultati arriveranno. Il calcio è così».

Ha citato mister D’Aversa, cosa ne pensa del gioco proposto al Lecce?

«Sta dimostrando le sue qualità in una piazza importante come Lecce. Oltre l’amicizia che ci lega, credo che sia davvero un ottimo allenatore».

E col direttore Corvino che rapporto conserva?

«Ogni tanto ci vediamo o sentiamo. Nutro grandissima stima nei suoi confronti. È lui che mi ha voluto fortemente a Lecce. È uno dei direttori più bravi, lo dimostrano i fatti. Va a pescare giocatori dove vanno in pochi, li costruisce e fa grandi plusvalenze».

Tornando al calcio giocato, come si affronta un grande match come quello di domani?

«Sono partite che danno ancora più stimoli, perché inconsciamente spingono a dare qualcosa in più. Si preparano da sole, sono belle da giocare perché si affrontano squadre importanti. Il segreto sta proprio lì, oltre che nell’essere sempre tutti compatti».

Capitolo difesa. Tra Baschirotto e Pongracic chi assomiglia di più a Cirillo?

«Credo più Baschirotto».

E tra Krstovic e Piccoli chi sarebbe stato più difficile da marcare?

«Sono due grandi attaccanti, con caratteristiche diverse. Io soffrivo un po’ gli attaccanti più bassi e rapidi nel gioco».

Cosa l’ha sorpresa di più del Lecce?

«È stata costruita una squadra forte, con tanti giocatori nuovi. È bello vederli giocare bene e fare sempre grandi prestazioni su tutti i campi. Ma conoscendo ambiente, direttore e allenatore, non avevo dubbi».

Tuffo nel passato. Lei si trasferì proprio dall’Inter al Lecce. Cosa porta con sé dell’esperienza in Salento?

«Il primo anno non è stato facile, perché c’è stata una retrocessione, con contestazioni e momenti difficili. Dopo sei mesi in prestito alla Reggina, sono tornato al Lecce in Serie B a gennaio. E con Delio Rossi abbiamo conquistato la promozione. Ci siamo riscattati, io e molti compagni di squadra che erano rimasti. È stata una bellissima vittoria».

E poi?

«Al di là dell’aspetto calcistico, a Lecce ho vissuto un anno e mezzo e sono stato benissimo. È una città stupenda, con delle persone meravigliose».

Sente ancora i suoi compagni dell’epoca?

«Sento spesso Chevanton, con lui sono rimasto in buonissimi rapporti. Qualche volta ho sentito anche Conticchio».

Nella seconda fase della sua carriera ha giocato in Grecia, Spagna, Cipro, Francia e India. Come mai la scelta di giocare all’estero?

«Mi è sempre piaciuto ed è un’esperienza che consiglio a tutti. Oltre al discorso calcistico, giocare in queste nazioni mi ha arricchito dal punto di vista umano. Sono state esperienze bellissime, che mi hanno lasciato qualcosa di importante. E poi mi è sempre piaciuto confrontarmi in altri campionati».

Chiudiamo con un pronostico su Lecce-Inter di domani?

«Non sono portato per i pronostici (ride, ndr). A guardare la classifica, si può pensare che con le grandi si perda in partenza. Ma il bello del calcio è proprio questo, che carta e statistiche sono una cosa, il campo è altro. Di sicuro sarà una bella partita, con uno stadio strapieno e il pubblico di Lecce è stupendo».

Lei lo ha vissuto.

«Ho avuto la fortuna di giocare in quello stadio, è una bellissima sensazione».

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