Un nuovo picco di benzene si è registrato ieri mattina, alle 10, nel quartiere Tamburi di Taranto, in prossimità dell’ex Ilva.
È la prima volta che accade sotto la gestione dello stabilimento da parte dello Stato, in amministrazione straordinaria.
A comunicarlo è Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink.
Il benzene è un composto chimico noto per la sua pericolosità per la salute umana, classificato come un cancerogeno certo sia dalla letteratura scientifica che dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Il picco registrato, spiega Marescotti, «è stato di 28.91 µg/m3, superando il Reference exposure level (Rel) acuto di 27µg/m3 stabilito dall’Office of environmental health Hazard assessment (Oehha). Il Rel acuto rappresenta una soglia oltre la quale si registrano effetti avversi sulla salute nelle cavie da laboratorio, come indicato sulla base della letteratura scientifica in California».
L’ennesimo picco di benzene, evidenzia il presidente di PeaceLink, «solleva gravi preoccupazioni per la salute pubblica e sottolinea l’urgente necessità di misure preventive e correttive per proteggere la popolazione locale dagli effetti nocivi dell’inquinamento atmosferico».
I dati relativi al picco del 21 febbraio sono stati elaborati attraverso il software Omniscope e comunicati su Twitter dall’analista dati Antonio Poggi, utilizzando i dati forniti dalla centralina Arpa di via Machiavelli a Taranto.
Riparte l’altoforno 4
Nel siderurgico di Taranto, intanto, è ripartito l’altoforno 4 che era stato fermato ieri da Acciaierie d’Italia «per attività di manutenzione sulla parte alta del forno, sul piano tubiere e sul campo di colata».
Già ieri la società aveva annunciato che il fermo sarebbe stato solo di 24 ore, arco di tempo nel quale la fabbrica a ciclo continuo, per la prima volta, si è ritrovata senza produzione.
Continuano invece a restare fermi gli altri due altiforni, l’1 e il 2, e un’acciaieria su due (la 1).
Il Comitato unitario delle professioni: «Bene la nomina di Quaranta come commissario»
Intanto, si registrano nuove valutazioni positive sulla nomina, da parte del ministro Adolfo Urso, di Giancarlo Quaranta quale commissario per l’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia.
Il comitato unitario delle professioni, col presidente Giovanni Prudenzano, auspica che «la nomina di un professionista con una enorme esperienza nel settore siderurgico maturata proprio nello stabilimento tarantino, del quale Giancarlo Quaranta conosce in modo approfondito tutte le problematiche, possa contribuire a far uscire velocemente la situazione dell’azienda dall’empasse che ha caratterizzato questo periodo. Soprattutto i professionisti del Cup Taranto auspicano che contestualmente venga risolta positivamente anche la problematica che vede le aziende indotto dello stabilimento siderurgico impegnate a rivendicare il loro legittimo diritto a vedersi liquidati i crediti vantanti nei confronti di Acciaierie d’Italia».
Per il mondo delle professioni, «come deve essere garantita la prosecuzione delle attività del siderurgico, in modo green e sostenibile, devono essere garantite le aziende che costituiscono una parte importante del tessuto produttivo del territorio».