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Più minorenni in carcere col decreto Caivano. L’allarme di Antigone: «Numeri raddoppiati»

«Per il secondo anno di fila le presenze negli Istituti per i minorenni italiani crescono». L’allarme è generale e riguarda l’intero mondo del penale minorile, come riportano le elaborazioni di Antigone, l’associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”, nel report appena concluso. «Si tratta di una novità importante - sostengono - che…

«Per il secondo anno di fila le presenze negli Istituti per i minorenni italiani crescono». L’allarme è generale e riguarda l’intero mondo del penale minorile, come riportano le elaborazioni di Antigone, l’associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”, nel report appena concluso.

«Si tratta di una novità importante – sostengono – che mette in discussione una delle costanti che hanno caratterizzato il sistema della giustizia minorile italiano: dalla riforma del processo minorile, e da prima ancora, la giustizia minorile ha reso progressivamente sempre più residuale il ruolo degli IPM, ed in effetti le presenze negli IPM, nella loro tendenza generale, sono andate quasi sempre calando. Oggi assistiamo ad un’inversione di tendenza repentina ed allarmante sulla quale è indispensabile interrogarsi per capirne per quanto possibile le cause».

Ma scorporandone i dati, emerge un altro dato preoccupante: «Il 48,8% dei presenti, è detenuto tra Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania. In queste regioni – mettono nero su bianco – si trovano infatti 9 dei 17 IPM in funzione in Italia, e dunque il fenomeno della detenzione minorile appare da subito, in misura significative, un fenomeno che ha come protagonista il meridione, quanto meno per quanto riguarda i ragazzi Italiani, che rappresentano oggi all’incirca la metà dei presenti». Non a caso, l’istituto barese ad oggi “ospita” 38 ragazzi, mentre quello di Potenza 17.

Le cause, secondo Antigone, sono da attribuirsi al decreto Caivano che «ha introdotto una serie di misure che stanno avendo e continueranno ad avere effetti distruttivi sul sistema della giustizia minorile, sia in termini di aumento del ricorso alla detenzione che di qualità dei percorsi di recupero per il giovane autore di delitto».

La crescita già registrata nel 2022, per Antigone ha però un significato in parte diverso. «Venivamo dalla pandemia da Covid-19 che aveva determinato un significativo calo delle presenze, sia negli IPM che nelle carceri per adulti, e la crescita del 2022 poteva semplicemente rappresentare un ritorno alla “normalità”. Con la crescita registrata nel corso del 2023 si superano però le presenze medie registrate tra il 2016 ed il 2018 e si arriva a gennaio del 2024 a sfiorare le 500 presenze in totale».

La media degli ingressi giornalieri restituisce un quadro ancora più chiaro: «Nel 2023, fino al 15 settembre, sono stati registrati 1.231 ingressi, una media di 4,8 al giorno. Dal 15 settembre, giorno dell’entrata in vigore del decreto Caivano, fino al 31 dicembre, si sono registrati 576 ingressi in 108 giorni, con una media dunque di 5,25 ingressi al giorno. Insomma – concludono – è evidente che la crescita delle presenze in IPM non è un fenomeno transitorio, ed è stata ulteriormente rafforzata dalle misure recenti».

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