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Ex Ilva, Emiliano incontra le aziende dell’indotto: «A rischio 2.400 posti di lavoro. Il Governo intervenga» – VIDEO

Si è svolto nel pomeriggio di ieri, nella sede della Regione Puglia, l'incontro tra il presidente Michele Emiliano, l'assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci e una delegazione di Aigi, l’associazione che raggruppa le aziende dell’indotto ex Ilva, guidata dal presidente Fabio Greco. Durante l'incontro ci sono stati contatti anche con il ministro delle Imprese…

Si è svolto nel pomeriggio di ieri, nella sede della Regione Puglia, l’incontro tra il presidente Michele Emiliano, l’assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci e una delegazione di Aigi, l’associazione che raggruppa le aziende dell’indotto ex Ilva, guidata dal presidente Fabio Greco.

Durante l’incontro ci sono stati contatti anche con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e con il capo settore legislativo del ministero.

«Ribadisco quello che ho già detto giorni fa rispetto ai crediti che le aziende dell’indotto vantano nei confronti di Acciaierie d’Italia: e cioè che non si tratta di una normale azienda come tante altre che non paga i fornitori. Ma si tratta dell’affittuario di un pezzo di azienda che è di proprietà del Governo italiano», ha affermato Emiliano a margine dell’incontro, sottolineando che «nel momento in cui ha concesso in affitto questo ramo di azienda e questo ramo di azienda ha provocato questi debiti, lo stesso Governo ha come minimo l’onere morale di soddisfare i crediti».

Per il governatore pugliese è necessario intervenire «prima che venga eventualmente dichiarata l’amministrazione straordinaria. Perché qualunque cosa avvenga dopo, dal punto di vista giuridico tutto diventa molto più complesso».

Emiliano ha ribadito la disponibilità della Regione Puglia «a fare da spalla al Governo utilizzando l’avanzo vincolato di amministrazione che, grazie alla buona gestione e un’importante solidità patrimoniale, ammonta a più di un miliardo di euro. Una somma che la Regione mette a disposizione del Governo nazionale se dovesse servire».

Per Emiliano bisogna «pagare subito queste aziende» per evitare il «disastro economico» e il «dramma occupazionale» che seguirebbe all’«eventuale fallimento delle 68 aziende dell’indotto» che «oltre a far perdere il lavoro a 2400 persone, provocherebbe il blocco delle attività produttive perché mancherebbero tutte le forniture, le manutenzioni, la vigilanza e tutto ciò che serve a far funzionare una fabbrica che non viene gestita con personale interno. Senza pensare ai soldi della cassa integrazione, che lo Stato comunque dovrebbe pagare, e a tutte le imposte e i crediti che queste aziende dell’indotto a loro volta scaricherebbero sui loro fornitori».

Il presidente Aigi, Fabio Greco, nel ringraziare Emiliano per l’incontro ha annunciato che «noi rimarremo in presidio. Abbiamo chiesto al Prefetto un incontro urgente con tutti gli attori, per trovare una soluzione immediata, perché non è possibile né andare in amministrazione straordinaria e né in composizione negoziata. L’unica possibilità è un accordo bonario tra le parti per poter pagare i crediti immediati ai nostri fornitori per un ammontare di circa centoquaranta milioni di euro. Questo quindi ci darebbe la possibilità di ripartire con più serenità sin da subito».

All’incontro di ieri hanno partecipato anche l’assessore regionale al Lavoro, Sebastiano Leo, il capo di Gabinetto Giuseppe Catalano, il segretario generale della Giunta regionale Roberto Venneri, la direttrice del dipartimento Sviluppo economico Gianna Elisa Berlingerio, il direttore generale di Puglia Sviluppo Antonio De Vito, il rappresentante Pmi dell’indotto Eugenio Martucci e il capo del pool di tecnici Aigi Roberto Acquaviva.

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