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La Storia non è un’opinione

Accade che una funzionaria italiana alle Nazioni Unite sostenga pubblicamente che il massacro compiuto da Hamas, lo scorso 7 ottobre, non sia il risultato di una scelta antisemita, ma la tragica conseguenza dell’oppressione israeliana sui palestinesi. La dichiarazione ha scatenato l’ira del governo di Netanyahu che ha vietato l’ingresso nel Paese alla diplomatica chiedendone la…

Accade che una funzionaria italiana alle Nazioni Unite sostenga pubblicamente che il massacro compiuto da Hamas, lo scorso 7 ottobre, non sia il risultato di una scelta antisemita, ma la tragica conseguenza dell’oppressione israeliana sui palestinesi.

La dichiarazione ha scatenato l’ira del governo di Netanyahu che ha vietato l’ingresso nel Paese alla diplomatica chiedendone la rimozione dall’incarico al Segretario dell’Onu. La colpa? Aver giustificato l’attacco di Hamas sul suo suolo.

Naturalmente non conosciamo la diplomatica ma, se la Storia non è un’opinione e se i fatti contano ancora qualcosa, non si può che esprimerle solidarietà.

La strage del 7 ottobre è il tragico risultato di una politica cieca di cui sono responsabili le fazioni estreme palestinesi, i governi oltranzisti israeliani e pure la comunità internazionale. Non si scappa. Dopodiché: i terroristi di Hamas vanno condannati senza sé e senza ma? Ma certo! È solo che l’antisemitismo stavolta non centra niente.

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