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Compattezza, organizzazione e spirito di squadra: così mister Beppe Iachini ha rivoluzionato il Bari

Compattezza, organizzazione e spirito di squadra. In tre mosse Beppe Iachini ha rivoluzionato il Bari. In quattro giorni di allenamenti massacranti il tecnico marchigiano ha letteralmente rivoltato i biancorossi come un calzino, trasformando un gruppo “pigro”, remissivo e confuso in una squadra. L’indolenza vista nelle precedenti partite è diventata fame. Le giocate solitarie hanno ceduto…
(Foto di Tess Lapedota per Radio Selene)

Compattezza, organizzazione e spirito di squadra. In tre mosse Beppe Iachini ha rivoluzionato il Bari. In quattro giorni di allenamenti massacranti il tecnico marchigiano ha letteralmente rivoltato i biancorossi come un calzino, trasformando un gruppo “pigro”, remissivo e confuso in una squadra. L’indolenza vista nelle precedenti partite è diventata fame. Le giocate solitarie hanno ceduto il passo alla ricerca di una manovra capace di coinvolgere il maggior numero di uomini. L’aggressività nella ricerca della palla ha spazzato via l’atteggiamento molle e compassato dell’ultimo periodo. La voglia di vincere ha surclassato la paura.

L’unità dello spogliatoio

«Ma che avete vinto la Champions?». È il retroscena rivelato da Beppe Iachini, in riferimento all’abbraccio collettivo ricevuto dalla sua squadra dopo la vittoria per 3-1 contro il Lecco al “San Nicola”, sabato scorso. «Questo la dice lunga sulla tensione che avevano i ragazzi e su quanto avessero bisogno di liberarsene», ha poi aggiunto l’allenatore di Ascoli Piceno. Un’immagine di grande significato. Espressione di compattezza e diametralmente opposta ai musi lunghi, nervosi e spaesati visti solo una decina di giorni fa a Palermo. Fotogrammi che hanno fatto da contraltare positivo alla figuraccia “regalata” per effetto del caso Ricci-Sibilli, poi fortunatamente rientrato.

I primi accorgimenti tattici

Iachini ha confermato la linea difensiva a quattro, il centrocampo a tre uomini e il tridente, ma con delle novità. La prima modifica ha riguardato proprio i movimenti dei tre attaccanti, proponendo un assetto camaleontico e altamente dinamico. Sibilli ha fatto da raccordo con la linea mediana, chiamato ad un lavoro di falso trequartista. Stesso compito chiesto in alcune fasi del match anche a Menez, lasciando Puscas più avanzato. Una strategia scelta per cercare di non offrire punti di riferimento agli avversari, ha poi spiegato Iachini nel post partita. Evidente il lavoro di sacrificio messo in atto da tutti e tre i calciatori offensivi, i primi chiamati alla fase di aggressione. Ne è un esempio plastico Puscas, che oltre al gol è stato spesso protagonista di un pressing esercitato anche a ridosso della propria area di rigore, scena mai vista nelle due prime apparizioni del romeno con la maglia biancorossa.

Due gol su tre da palla inattiva

Il super gol di Benali, prima gioia in biancorosso per il centrocampista libico, e il centro di Puscas, primo jolly in campionato anche per il romeno, sono maturati sugli sviluppi di due calci d’angolo. Difficile che si tratti solo di una coincidenza. «Nel calcio di oggi il 60% dei gol derivano da palle inattive», ha evidenziato l’allenatore del Bari, lasciando intendere di aver lavorato parecchio per cercare di sfruttare meglio quel tipo di situazioni di gioco, finora quasi sempre evanescenti. «Ci sono margini di miglioramento sotto tutti gli aspetti», ha osservato ancora Iachini. «Affinché torni a splendere il sole su Bari serve ancora tempo», la disamina del tecnico, cercando di frenare i facili entusiasmi nati da una vittoria che, però, segna un deciso cambio di passo, soprattutto in tema di atteggiamento e solidità.

Pavan a bordo campo

In pochi l’hanno notato. Il secondo di Iachini si è spesso portato sulla linea del fallo laterale, all’altezza dei difensori biancorossi, per cercare di “telecomandare” i movimenti in fase di non possesso. Anche questa un’immagine sorprendente che denota l’estrema cura dei dettagli da parte dello staff guidato da mister Iachini. La grinta mostrata dal 59enne marchigiano e i chilometri macinati andando avanti e indietro nella sua area tecnica, spesso sconfinando nel campo di gioco, hanno già conquistato Bari. Dopo l’ottimo battesimo il difficile arriva adesso: confermarsi, confermarsi e confermarsi ancora.

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