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Cure psichiatriche, spese fuori controllo in Puglia: ultimatum dell’assessore Palese alle Asl

Qualcosa, o forse più di qualcosa, non torna nella spesa per la salute mentale in Puglia. Un settore delicato che richiede, per le strutture sanitarie dedicate, grande impegno di personale stante l’aumento annuale di pazienti psichiatrici con un abbassamento dell’età della presa in carico. Fermo restando la complessità dell’assistenza negli ultime tre anni, qualcuno, all’assessorato…

Qualcosa, o forse più di qualcosa, non torna nella spesa per la salute mentale in Puglia. Un settore delicato che richiede, per le strutture sanitarie dedicate, grande impegno di personale stante l’aumento annuale di pazienti psichiatrici con un abbassamento dell’età della presa in carico.

Fermo restando la complessità dell’assistenza negli ultime tre anni, qualcuno, all’assessorato regionale alla Salute, ha scoperto una crescita esponenziale dei rimborsi ai centri accreditati nel triennio 2021-2023. Secondo i calcoli la spesa storica è schizzata di circa 10 milioni di euro l’anno, un surplus di 30 milioni che non si giustifica pur in presenza di un aumento dei malati.

L’assessore Rocco Palese ha acceso i riflettori sull’anomalia mettendo sotto i riflettori le aziende sanitarie pugliesi, in particolare la Asl di Bari che ha inviato fatture da capogiro. Palese ha inviato una lettera alle Asl chiedendo riscontri puntuali per le cosiddette “case per la vita” ex art. 70 RR 4/2007 dove vengono curati disagi mentali complessi, ma a bassa intensità assistenziale. Strutture probabilmente non controllate a sufficienza dove si registra una crescita esponenziale delle prestazioni.

«Emerge un costante aumento della spesa annuale – scrive l’assessore nella nota – dato che denota il mancato governo del sistema da parte delle Aziende sanitarie che hanno disatteso puntualmente le disposizioni regionali impartite nel corso degli anni, tra l’altro non giustificabile da logiche di aumento della domanda di assistenza, atteso i vincoli costituzionali imposti alle Regioni sul pareggio di bilancio e i vincoli dettati dal Programma operativo».

Una sonora tirata d’orecchi ai manager delle Asl richiamati al rispetto per le strutture sociosanitarie e, quindi, anche in riferimento alle case, dei vincoli legislativi che impongono di non sforare i rimborsi del 2015 per l’acquisto da privato di prestazioni sociosanitarie in regime residenziale in favore di soggetti psichiatrici. E così, in attesa di una riprogrammazione delle risorse e dei fabbisogni nei vari territori, l’assessore alla Sanità chiede di conoscere, Asl per Asl, il numero dei posti riconosciuti da quota sanitaria a ogni struttura, le tariffe e la quota di compartecipazione applicata sui pazienti con relativa spesa.

A corredo dei dati il possesso dei requisiti organizzativi specifici per l’erogazione delle prestazioni come da normativa regionale. Una sorta di ultimatum, insomma, per stanare eventuali opacità nella gestione delle risorse e sulla verifica puntuale della spesa.

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