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Tir di grano estero al porto di Manfredonia, la denuncia di Cia Puglia: «È questo il made in Italy?»

Al porto di Manfredonia arrivano tir carichi di grano proveniente dall’estero e, contemporaneamente, le quotazioni del grano duro nelle Borse Merci di Foggia e di Bari sono in ribasso nelle ultime settimane. A denunciarlo è la Cia Puglia dopo quello «che abbiamo visto ieri con gli agricoltori, giustamente arrabbiati, che al porto di Manfredonia prelevavano…

Al porto di Manfredonia arrivano tir carichi di grano proveniente dall’estero e, contemporaneamente, le quotazioni del grano duro nelle Borse Merci di Foggia e di Bari sono in ribasso nelle ultime settimane.

A denunciarlo è la Cia Puglia dopo quello «che abbiamo visto ieri con gli agricoltori, giustamente arrabbiati, che al porto di Manfredonia prelevavano campioni di grano estero da analizzare».

Per il presidente Gennaro Sicolo «è l’emblema della battaglia che Cia Agricoltori italiani di Puglia sta conducendo senza sosta da oltre un anno con manifestazioni a Foggia, a Bari e a Roma, e poi con la petizione in difesa dei cerealicoltori e a tutela dei consumatori della filiera grano pasta, che ha raccolto l’adesione di 45 comuni pugliesi, dell’Anci Puglia e di diverse associazioni di consumatori, coinvolgendo complessivamente oltre 1 milione e 200mila cittadini».

Sicolo ribadisce le rivendicazioni e le proposte della Cia: «Il Governo – dice – deve attivare subito Granaio Italia e, con esso, tutte le misure per la tracciabilità del grano importato, a cominciare dal registro telematico, intensificando i controlli che accertino provenienza, qualità e salubrità di ciò che arriva in Italia. Le importazioni senza controllo deprezzano il nostro grano, sono un rischio potenziale per la salute dei consumatori della filiera grano-pasta, confondono i cittadini che, pensando di acquistare pasta italiana, si ritrovano nel piatto un prodotto che spesso di “made in Italy” ha poco o niente».

Negli ultimi due anni, complici gli scenari di guerra che si sono aperti in Ucraina e in Medio Oriente, i cerealicoltori pugliesi, fulcro della produzione italiana di frumento, si sono ritrovati a produrre con costi crescenti e quotazioni scese in pochi mesi di quasi il 40%.

Una situazione evidentemente insostenibile che ha delle conseguenze: molti agricoltori hanno rinunciato a seminare grano e, se non si correrà ai ripari, tanti altri produttori faranno la stessa scelta.

«Lo ribadiamo», conclude Sicolo, «prima il Governo prende compiutamente coscienza della necessità di attivare Granaio Italia e prima avremo gli strumenti per cominciare a fermare questa emorragia che sta dissanguando la cerealicoltura pugliese, la colonna più importante dell’intera cerealicoltura italiana per numeri e per qualità prodotta», conclude.

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