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Le dichiarazioni dei redditi dei deputati: incassi giù per Conte. Fitto guadagna quanto Soumahoro

È passato dallo Scudo crociato alla Fiamma tricolore. Più che ex democristiano, però, Raffaele Fitto è quasi un francescano: nel 2022 il reddito complessivo del ministro degli Affari europei, titolare anche delle deleghe al Sud e al Pnrr, ha superato di poco i 22mila euro, la stessa cifra del deputato di origini ivoriane (ma eletto…

È passato dallo Scudo crociato alla Fiamma tricolore. Più che ex democristiano, però, Raffaele Fitto è quasi un francescano: nel 2022 il reddito complessivo del ministro degli Affari europei, titolare anche delle deleghe al Sud e al Pnrr, ha superato di poco i 22mila euro, la stessa cifra del deputato di origini ivoriane (ma eletto in Puglia) Aboubakar Soumahoro e del meloniano Giandonato La Salandra. È andata leggermente meglio all’ex premier Giuseppe Conte, capace di mettere insieme 24mila euro, mentre il foggiano Giandiego Gatta, con i suoi 262mila euro, ha dovuto cedere lo scettro di “paperone” dei deputati locali al lucano Aldo Mattia, forte di un reddito di oltre 313mila euro. Ecco il quadro che emerge dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi presentate dagli inquilini pugliesi e lucani della Camera nel 2023 e relative, quindi, all’anno precedente.

Partiamo da Fitto, dunque. Il ministro ed ex governatore della Puglia, ormai braccio destro della premier Giorgia Meloni, guadagna meno della media di un impiegato visto che ha dichiarato al Fisco soltanto 22.221 euro, somma bassa ma comunque più alta rispetto ai circa 3.600 denunciati nel 2022 con riferimento al 2021. Cifre pressoché identiche per La Salandra, esponente di Fratelli d’Italia, e Soumahoro, deputato di Sinistra italiana la cui moglie e suocera sono accusate di una maxi-evasione fiscale e il reddito complessivo del quale si ferma a 22.115 euro. Leggermente più in basso il berlusconiano Andrea Caroppo, fermo a 21.807 euro.

La sorpresa, però, è costituita non solo dallo scarso reddito denunciato da Fitto, ma anche dalle cifre ugualmente modeste indicate nella dichiarazione al Fisco resa da Conte. Nel 2022 l’ex premier e “avvocato del popolo” ha incassato circa 24.400 euro, cioè 10mila in meno dell’anno precedente: cifra piuttosto bassa per un legale della sua fama, ma comprensibile per chi ha dovuto rinunciare a ricche consulenze per amore della politica e del Movimento Cinque Stelle.

Le sorprese sono finite qui? Nemmeno per sogno. Nella classifica dei deputati più ricchi, infatti, l’avvocato foggiano Giandiego Gatta (Forza Italia) ha ceduto il primato al collega lucano Aldo Mattia (Fratelli d’Italia), direttore di Coldiretti in Basilicata: il primo è passato da 322mila a 262mila euro, il secondo ha toccato addirittura quota 313mila. La graduatoria prosegue con Davide Bellomo (Lega), penalista che ha guadagnato qualcosa come 186mila euro; Claudio Stefanazzi (Partito democratico), giurista d’impresa e storico capo di gabinetto di Michele Emiliano in Regione Puglia il cui reddito complessivo ha superato i 173mila euro; il sottosegretario Marcello Gemmato (Fratelli d’Italia), farmacista che nel 2022 ha portato a casa 146mila euro; Mauro D’Attis (Forza Italia), capace di totalizzare circa 125mila euro attraverso la sua attività di consulente aziendale. Se la passano piuttosto bene, comunque, anche il lucano Salvatore Caiata (Fratelli d’Italia) e il barese Marco Lacarra (Pd), rispettivamente con 170mila e 110mila euro dichiarati al Fisco nel 2023. Sopra la soglia dei 100mila euro si attestano anche Rita Dalla Chiesa (Forza Italia) e Alessandro Colucci (Noi Moderati) che non sono pugliesi di nascita ma che nel Tacco d’Italia hanno conquistato lo scranno in Parlamento: per loro rispettivamente 133mila e 129mila euro. Nella pattuglia dei fortunati con un reddito sopra i 100mila euro compaiono anche Toti Di Mattina (Lega) con 105mila, poi Mariangela Matera (Fratelli d’Italia) con Enzo Amendola (Partito democratico), Gianmauro Dell’Olio e Giorgio Lovecchio (Movimento Cinque Stelle) a quota 102mila, infine l’altra grillina Patty L’Abbate con 100.713. Per una manciata di euro non entrano in questo “dorato club” il dem Ubaldo Pagano e il grillino Arnaldo Lomuti, fermi a 99mila euro di reddito complessivo, e i pentastellati Leonardo Donno e Carla Giuliano, entrambi a quota 98mila.

Completano la classifica dei deputati più ricchi il leghista Rossano Sasso con 90mila euro, i meloniani Giovanni Maiorano e Dario Iaia rispettivamente con 66mila e 49mila euro, mentre risultano mancanti o inaccessibili le dichiarazioni dei redditi di altri parlamentari: si tratta di Marco Pellegrini (Movimento Cinque Stelle), Saverio Congedo (Fratelli d’Italia) e dell’ex ministra campagna ma eletta in Puglia Mara Carfagna (Azione).

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