È arrivato il giorno della scelta: mandare a casa il sindaco Rinaldo Melucci o consentirgli di proseguire il suo cammino amministrativo.
Il Consiglio comunale oggi alle 16 dovrà votare sulla mozione di sfiducia presentata dai consiglieri Massimo Battista e Luigi Abbate e sottoscritta da altri undici consiglieri. Oggi si potrebbe decidere il futuro dell’amministrazione guidata per la seconda volta da Rinaldo Melucci, di recente abbandonato da gran parte della maggioranza originaria che lo ha sostenuto (e da tutti i partiti della coalizione).
Lo scollamento tra Melucci e la maggioranza che lo portò sulla poltrona di primo cittadino un anno e mezzo fa al primo turno con oltre il 60 per cento delle preferenze, è iniziato quando il sindaco ha abbandonato il Pd per avvicinarsi a Italia Viva anch’essa poi lasciata nel giro di pochi giorni.
L’intero Consiglio comunale ha subìto un forte scossone tanto da dover fare i conti con una maggioranza risicata, solo 18 consiglieri. La mozione di sfiducia promossa da Battista, Una città per cambiare e Abbate, Taranto senza Ilva, fino a stamattina conta come detto le firme di tredici consiglieri.
Sembrano orientati a sottoscriverla anche Mario Odone, Movimento 5 Stelle e Luca Contrario, Una Strada diversa. Considerato che Carmen Casula e Massimiliano Stellato di Italia Viva sono già in maggioranza e che non voteranno per la sfiducia, l’ago della bilancia è rappresentato da Piero Bitetti, presidente del Consiglio e Stefania Fornaro, consigliera comunale, entrambi del movimento Con del presidente della Regione Michele Emiliano.
Nonostante gli incontri dei giorni scorsi tra Fornaro, Bitetti ed i vertici del movimento di cui fanno parte, ancora a poche ore dal Consiglio di oggi non è chiaro quale sarà la loro intenzione di voto. Va da sé che se dovessero scegliere di appoggiare Melucci prenderanno automaticamente le distanze dal movimento di Emiliano.
Non è escluso tuttavia che nella stessa attuale maggioranza di Melucci si registrino colpi di scena o che il voto salti per mancanza del numero legale. I consiglieri di maggioranza potrebbero infatti decidere di disertare l’aula per far decadere la mozione (che così non potrà essere riproposta prima del 24 febbraio. Questo significa che non si potrà più votare a giugno e che in caso di accoglimento della mozione la città finirebbe commissariata fino a primavera del 2025).
Sarà decisiva la riunione di maggioranza fissata poco prima dell’inizio della massima assise cittadina. Sembra essere per il voto in aula Massimiliano Stellato (Iv), in modo da chiarire una volta per tutte chi sostiene Melucci e chi invece vuole mandarlo a casa. Piero Bitetti, rimasto in silenzio in questi giorni, potrebbe astenersi. In caso di abbandono dell’aula da parte della maggioranza, il presidente Bitetti resterebbe al suo posto senza essersi esposto nè a favore nè contro il sindaco Melucci. Intanto ieri sera si è tenuta l’assemblea provinciale del movimento Con in vista delle elezioni provinciali di marzo a cui, seppur invitati, Bitetti e Fornaro non si sono presentati.