La detenzione di Ilaria Salis in Ungheria è un attentato contro la democrazia e la libertà che riguarda tutte e tutti noi.
Non è immaginabile che nel 2024, in un consesso di nazioni come quello dell’Unione Europea, ce ne sia una ancora capace di simili nefandezze.
Celle piccole e sporche, cibo scarso e di pessima qualità, manette a mani e piedi, guinzagli e catene sono un’esibizione della pena (tra l’altro non ancora stabilita visto che il processo è in corso) francamente insopportabili.
Strani davvero gli ungheresi che, sfuggiti al regime comunista, sono finiti nella cosiddetta “democratura” di Orban. È l’ennesima lezione di come il meglio sia nemico del bene e il peggio sia sempre conseguenza del male. Auguriamo loro uno stato di diritto.
Intanto, Salvini a parte, che ormai per un voto direbbe qualsiasi fregnaccia, il resto degli europei dovrebbe invocare l’uscita di questo Paese dall’UE. Siamo stufi. Speriamo che la maestrina dalla penna rossa torni al più presto in Italia.