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Tra crisi e mancato turn over, Bari dice addio ai negozi storici e a conduzione familiare

Chiudono i negozi storici e non solo nel centro cittadino. Una moria di saracinesche che decidono di abbassare definitivamente e che colpisce alcune categorie più di altre. Secondo gli ultimi dati di Unioncamere Puglia, diffusi a inizio anno, Bari è la quarta città in Italia per numero di esercizi che sono scomparsi, soprattutto nel settore…

Chiudono i negozi storici e non solo nel centro cittadino. Una moria di saracinesche che decidono di abbassare definitivamente e che colpisce alcune categorie più di altre. Secondo gli ultimi dati di Unioncamere Puglia, diffusi a inizio anno, Bari è la quarta città in Italia per numero di esercizi che sono scomparsi, soprattutto nel settore dell’abbigliamento: -278 attività rispetto ai cinque anni precedenti. Situazione confermata anche dai numeri di Confcommercio, per la quale in Italia nell’ultimo decennio gli esercizi commerciali in sede fissa sono diminuiti di 120mila unità. Tra i più penalizzati i negozi di mobili e ferramenta (30,5%), di giocattoli (31,5%) e di abbigliamento (21,8%), mentre aumenta il numero delle farmacie e parafarmacie (+12,6%), dei rivenditori di computer e telefonia, (10,8%), ma soprattutto di bar e ristoranti (+43%).

Che negli anni la cannibalizzazione delle attività storiche o a conduzione familiare da parte delle catene e delle attività a tema “food” sia andata sempre più veloce è testimoniata anche dalle ultime notizie di cronaca cittadina. Soltanto nelle scorse settimane sono stati ben 5 gli annunci di chiusura di altrettanti negozi simbolo del commercio barese. A partire dalla boutique di Tonino Asselta, storico esercente barese che tra i primi ha portato le grandi firme della moda in città. La chiusura, annunciata a fine dicembre e prevista per il 30 settembre 2024, è stata dettata dall’età avanzata del proprietario (78 anni) e dall’impossibilità di passare il testimone a un membro della famiglia – come dichiarato in diverse occasioni dallo stesso Asselta. «Lavoro dall’età di sei anni e ho aperto tredici negozi, è fisiologico che alla soglia degli ottant’anni inizi a sentire un po’ di stanchezza. È il momento di dire basta. Preferisco chiudere da vincente. Ho voluto puntare in alto in ogni ambito. Tutto quello che ho ottenuto non mi è stato dato dalla vita, ma l’ho conquistato, perché ho sempre ambito alla crescita morale e sociale. Poi, se possibile, economica». Al suo posto dovrebbe sorgere un monomarca della New Balance.

La mancanza di ricambio generazionale è anche all’origine della scelta di chiudere del negozio di abbigliamento Rossella Uomo, in corso Sonnino, dopo ben 50 anni di vita. «Fa scalpore sapere, che un ennesimo negozio storico della città di Bari, chiude i battenti; perché Rossella Abbigliamento, non è solo un’azienda di abbigliamento, ma è soprattutto una famiglia: per i suoi familiari, per la gente del vicinato e per i suoi amati clienti. Una grande famiglia, capitanata da un grande uomo, Nicola Monachino, che ha dedicato la sua vita, alla sua famiglia e al suo lavoro e che continua imperterrito, alla veneranda età di 84 anni a rispettare gli orari di negozio – spiegano dal punto vendita – In tutti questi anni nessuno ha mostrato interesse per la nostra crisi, a cominciare dall’amministrazione comunale, che non ha mai mostrato un reale interesse nei confronti di un quartiere, uno splendido quartiere come Madonnella, che piano piano sta spegnendo le sue luci. Nessuno si è mai interessato di quale ingente danno, per tutti noi commercianti, abbia creato la chiusura del passaggio a livello o l’innalzamento delle tasse comunali e regionali, che i negozianti sono obbligati a pagare ogni mese, pe non incorrere in sanzioni amministrative».

E dopo 56 anni, ha annunciato lo stop alle sue attività a fine dicembre 2023 anche il negozio di abbigliamento Giordano in via Carulli. Aperto nel 1967 da Giuseppe Giordano e sua moglie Angela, dagli anni 80, il negozio è stato gestito dal figlio Sandro, che ha continuato l’eredità dei genitori ma che adesso è arrivato all’età della pensione e non ha trovato nessuno a cui passare ulteriormente il testimone. Aperto nel 1928, il negozio Cima in via Sparano chiuderà i battenti dopo quasi un secolo di presenza sul territorio e per questo ha iniziato delle svendite dei prodotti fino al 70%. La proprietà, rappresentata dai fratelli Tea e Carlo Carli, non ha voluto per il momento spiegare le ragioni della decisione che ha destato incredulità nel mondo del commercio barese, data l’importanza del negozio che per anni ha fornito tessuti e capi di alta qualità. Si tratta, inoltre, dell’ultima vera attività storica che affaccia su via Sparano, ormai occupata quasi esclusivamente da catene e marchi internazionali. Infine, non c’è solo l’abbigliamento, ultimo a comunicare la cessazione del lavoro dopo 60 anni è il salone di parrucchiere Onofrio Loconsole Coiffeur, gestito dal titolare Nico Falco, in questo caso non per problemi di natura economica ma per nuove prospettive di sviluppo del proprietario.

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