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Bracciante morì in un campo di pomodori alla periferia di Nardò: assolto uno dei due “caporali”

È stato assolto, in Corte d'Assise d'Appello, uno dei due imputati ritenuti responsabili della morte di un bracciante in un campo di pomodori alla periferia di Nardò. In Appello è stata, dunque, ribaltata la sentenza di condanna in primo grado a 13 anni di reclusione per Mohamed Elsalih, 42enne sudanese, intermediario che reclutava gli immigrati…

È stato assolto, in Corte d’Assise d’Appello, uno dei due imputati ritenuti responsabili della morte di un bracciante in un campo di pomodori alla periferia di Nardò.

In Appello è stata, dunque, ribaltata la sentenza di condanna in primo grado a 13 anni di reclusione per Mohamed Elsalih, 42enne sudanese, intermediario che reclutava gli immigrati da sfruttare nelle campagne, ritenuto dall’accusa il “caporale” e ora assolto con formula piena perché il fatto non sussiste.

Per lui il 21 dicembre scorso il sostituto procuratore Giovanni Gagliotta aveva chiesto tredici anni e mezzo di reclusione con l’accusa di omicidio colposo in continuazione con la riduzione in schiavitù.

La vittima, Mohammed Abdullah, 47 anni, è deceduta nel luglio del 2015 mentre raccoglieva pomodori in un grande campo alla periferia di Nardò. Da lì l’indagine che aveva portato alla condanna – alla stessa pena – per l’imprenditore a capo dell’azienda per cui lavoravano gli immigrati, Giuseppe Mariano, 83 anni, deceduto poi nel frattempo.

Cadono dunque le accuse per il coimputato, con pieno accoglimento della tesi difensiva dei legali di Mohamed Elsalih.

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