Mancano 37 milioni di metri cubi d’acqua negli invasi pugliesi, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A riferirlo è Coldiretti Puglia che cita i dati dell’osservatorio Anbi.
«Quando piove l’acqua va perduta in una regione che registra già il minimo afflusso meteorico con 641,5 millimetri annui medi e che mantiene anche il primato negativo – spiega Coldiretti – della disponibilità annua media di risorsa pro capite con soli 1.000 metri cubi, meno della metà della disponibilità annua pro capite media nazionale stimata in 2.330 metri cubi».
Rispetto al potabile, si passa da oltre 140 litri di acqua erogata al giorno ad ogni cittadino a Barletta fino ai 207 litri a Brindisi, dai 167 di litri di acqua potabile pro capite erogati al giorno a Foggia, 144 ad Andria, 169 a Trani, 189 a Bari e a Taranto e 198 a Lecce, sulla base dei dati Istat.
«Ma a preoccupare – denuncia Coldiretti – è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come il grano e gli altri cereali, ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere».
La siccità, che distrugge le coltivazioni e favorisce i roghi, è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura in Puglia che convive con un vero e proprio paradosso idrico, dilaniata da drammatici fenomeni siccitosi con danni stimati di oltre 70 milioni di euro all’anno per l’impatto devastante sulle produzioni agricole e sulla fertilità dei terreni e al contempo è colpita da alluvioni e piogge torrenziali che provocano allagamenti ma non riescono a sopperire alla grave carenza di acqua.
«Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto insieme ad Anbi un progetto concreto immediatamente cantierabile – insiste Coldiretti – un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto – conclude la Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti. L’idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione».