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Dussmann torna a incassare, ma in busta paga ancora tagli per i lavoratori

Sono in stato di agitazione i dipendenti baresi della Dussmann Service, la società tedesca che gestisce i servizi di pulizia dei treni Intercity di Trenitalia.Già da maggio 2022 i pulitori hanno dovuto accettare un contratto di solidarietà che prevede un abbassamento dell’orario di lavoro accompagnato da una forte riduzione dello stipendio. Dopo settimane di incontri,…

Sono in stato di agitazione i dipendenti baresi della Dussmann Service, la società tedesca che gestisce i servizi di pulizia dei treni Intercity di Trenitalia.
Già da maggio 2022 i pulitori hanno dovuto accettare un contratto di solidarietà che prevede un abbassamento dell’orario di lavoro accompagnato da una forte riduzione dello stipendio. Dopo settimane di incontri, proposte, controproposte e fumate nere, azienda e organizzazioni di categoria avevano infatti trovato un accordo per scongiurare il paventato ricorso a riduzioni di personale, il quale prevede l’applicazione dell’istituto del “contratto di solidarietà” per 174 lavoratori (tra cui 22 del sito barese), peraltro già applicato da maggio 2022 allo scorso 31 gennaio.

Dussmann adesso, dopo una parziale sottrazione delle lavorazioni da parte di Trenitalia, le ha acquisite nuovamente con conseguente ritorno economico. Nonostante questo, però, l’azienda non solo non ha ripristinato l’orario di lavoro attuato in precedenza, ma ha aumentato la percentuale di solidarietà, con un impatto importante sulla busta paga dei lavoratori. A farne le spese sono proprio i pulitori e le loro famiglie: tanti i dipendenti con figli a carico, monoreddito e senza alternative concrete, preoccupati che si possa tornare alla crisi dei mesi scorsi, quando si erano dovuti mobilitare per scongiurare la perdita di posti di lavoro.

Resta alta l’attenzione da parte dei sindacati che continueranno a monitorare la situazione per tutelare i lavoratori. Il 22 gennaio ci sarà una riunione con l’azienda per discutere la sua recente decisione di aumentare al massimo la percentuale di solidarietà applicata ai dipendenti, cioè il 60%. «La solidarietà ha delle conseguenze importanti sulla busta paga dei lavoratori – spiega Paolo Lepore, segretario della Ugl Ferrovieri di Bari – capisco le loro preoccupazioni e come sindacato faremo di tutto per riuscire a tutelarli al meglio possibile. Per il momento attendiamo di avere tutti gli strumenti giusti a livello legale per agire. Ci appelliamo alla committente Trenitalia affinché tuteli il lavoro e le famiglie dei lavoratori».

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