Si candida o non si candida? Dove si candida? All’Europarlamento, al Parlamento, alla Regione, al Comune? Quanti dilemmi si accavallano ogni volta per i poveri italiani che insieme a ben quattro leggi elettorali diverse tra loro, ogni volta devono anche assistere ad un balletto di nomi che talvolta rasenta il ridicolo.
Oggi “sì” e domani “no”, “mi candido” e poi “non mi candido”, ed infine: “si candida lui”. Altro che giri di valzer, sono giri di giostra. Di quelli che da qualche tempo portano anche al reclutamento di personaggi improbabili che hanno il sol pregio di fare tendenza ed “infuocare le folle” con messaggi distorti.
In queste ore il trend è quello delle Europee, e naturalmente sta interessando i leader di partito che hanno così l’opportunità di sondare la propria popolarità, marcare le differenze e perché no, usare il voto di chi si reca alle urne per capire il proprio peso.
Insomma, tutto tranne quello che gli elettori si meriterebbero. La motivazione verso quel senso di responsabilità che sembra ormai tanto lontano dalla nostra politica. “Ah, che sarà, che sarà…”, e Fiorella Mannoia canta.