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Terzo mandato ai governatori, asse Pd-Lega ma Forza Italia dice ancora no

L’accordo per consentire ai sindaci dei Comuni meno popolosi di svolgere il terzo mandato è stato trovato. E se qualcuno, in Parlamento, tentasse il blitz per dare questa opportunità anche ai presidenti delle Regioni? L’ipotesi non è campata in aria e potrebbe portare a una clamorosa convergenza tra Lega e Partito democratico, pronti a votare…

L’accordo per consentire ai sindaci dei Comuni meno popolosi di svolgere il terzo mandato è stato trovato. E se qualcuno, in Parlamento, tentasse il blitz per dare questa opportunità anche ai presidenti delle Regioni? L’ipotesi non è campata in aria e potrebbe portare a una clamorosa convergenza tra Lega e Partito democratico, pronti a votare la norma con buona pace rispettivamente degli alleati di Fratelli d’Italia e Forza Italia, notoriamente contrari, e della segretaria nazionale dem Elly Schlein, che ha già criticato l’ipotesi del terzo mandato.

Voci di corridoio vogliono che Alberto Stefani, deputato veneto della Lega, stia lavorando a un emendamento alla riforma degli enti locali che a breve approderà in Commissione alla Camera. Il Carroccio è da sempre favorevole al terzo mandato, come il leader Matteo Salvini ha ribadito anche durante qualche recente visita in Puglia, e intende “blindare” la positiva esperienza amministrativa di Luca Zaia in Veneto. Proprio questa esigenza potrebbe spingere il ministro Salvini a tentare il blitz in Parlamento sfidando sia la premier Giorgia Meloni, che durante la conferenza stampa di fine hanno ha ricordato che il terzo mandato «non è una questione che riguarda il governo», sia il collega Antonio Tajani, che ieri a Napoli ha ribadito di avere riserve sul superamento del limite del doppio mandato e di preferire l’alternanza alla guida delle Regioni. Una contrapposizione, quest’ultima, che rischia di riproporsi a breve.

Intervistato da “Il Mattino”, il sottosegretario Claudio Durigon ribadisce il favore della Lega al terzo mandato: «I cittadini sono in grado di scegliere i propri amministratori e ridare fiducia a chi ha governato bene i territori. Chi ha fatto bene merita di continuare a governare. Siamo per garantire la continuità e confermare la fiducia a quegli amministratori che hanno dimostrato di essere capaci». Di diverso avviso il deputato berlusconiano Mauro D’Attis, numero uno di Forza Italia in Puglia e fedelissimo di Tajani: «Noi rimaniamo tendenzialmente contrari al terzo mandato. Comunque parteciperemo ai lavori parlamentari e, al momento opportuno, faremo le nostre valutazioni».

La Lega, dunque, non ha il sostegno degli alleati di centrodestra e, di conseguenza, potrebbe cercarlo nello schieramento opposto. Nel Pd, infatti, tanti fedelissimi di Michele Emiliano, Vincenzo De Luca e Stefano Bonaccini – esponenti dem ormai alla seconda esperienza da governatori rispettivamente di Puglia, Campania ed Emilia-Romagna – sono tentati dal sostegno all’iniziativa del Carroccio. Tra questi il deputato leccese Claudio Stefanazzi, per anni braccio destro di Emiliano in Puglia. «Se il Pd ritiene che certe esperienze politico-amministrative sui vari territori, a prescindere da chi le abbia incarnate, debbano essere valorizzate, io sono disposto a votare quell’emendamento», fa sapere Stefanazzi secondo il quale «l’orizzonte di dieci anni di governo è piuttosto breve» e il terzo mandato garantirebbe «un’esperienza più ampia e giusta tanto ai presidenti di Regione quanto ai sindaci delle grandi città».

A sostegno di quest’ultima tesi, il parlamentare pugliese fa riferimento ai tempi di gestione dei fondi europei: «Il ciclo di programmazione dura sette anni, ma per programmare, avviare e rendicontare i lavori finanziari con quelle risorse ne occorrono almeno undici. I due mandati consecutivi dei governatori, però, si fermano a dieci. È giusto che chi abbia gestito i fondi e messo in cantiere le opere abbia il tempo di raccogliere i frutti amministrativi e politici di quell’impegno». E come la mettiamo con la contrarietà di Schlein? «La segretaria preferisce il limite dei due mandati per meglio gestire gli enti, ma non ha chiuso la porta al terzo. Non possono esserci imposizioni su certi temi».

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