Ancora una notte di caos al Pronto soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata con file di ambulanze in coda e mancanza perfino di barelle. Ogni volta che c’è un’emergenza sanitaria, che sia legata al caldo o, come in questo caso, a una nuova ondata di Covid e influenze, il Ps va in tilt. La denuncia è arrivata alla vigilia dell’ultimo dell’anno dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Renato Perrini, vice presidente della commissione regionale Sanità.
«Fine anno da dimenticare quello vissuto ieri sera, 30 dicembre, da pazienti e familiari al Pronto soccorso del Santissima Annunziata di Taranto: alle 22.35 c’erano dodici ambulanze in coda e ferme, quattro con codice rosso con i pazienti a bordo perché non c’erano barelle disponibili» riferisce il consigliere, «una situazione da terzo mondo, una sanità che i tarantini non meritano, ma neppure gli operatori sanitari che lavorano con dedizione e sacrifici. Medici, infermieri e oss sui quali pesa quotidianamente la mancata attenzione della Regione Puglia». Perrini si è ripromesso di incontrare nei prossimi giorni il direttore generale dell’Asl ionica, Gregorio Colacicco, «per farmi portavoce sia degli ammalati sia dei lavoratori della sanità perché anche la Asl faccia pressione sull’assessorato e il Dipartimento. I tarantini non possono vivere di promesse, in attesa del mega e nuovo ospedale (Il San Cataldo, n.d.r.), mentre nel frattempo è a rischio la vita», conclude il consigliere regionale di Fratelli d’Italia. Perrini tuttavia precisa che la responsabilità probabilmente non è in capo al direttore generale, ma più facilmente di chi gestisce il 118.
«A Bari – aggiunge – devono capire che a Taranto serve urgentemente la riapertura di un secondo Pronto soccorso, che sia quello del Moscati o un altro ma da solo quello del Santissima Annunziata non ce la fa. Gli operatori sanitari sono pochi, fanno turni massacranti, affrontano ogni giorno problemi di sicurezza e garantiscono comunque un servizio ai cittadini. La gente è esasperata». Qualche tempo fa fu proprio il consigliere Perrini, insieme al collega Antonio Paolo Scalera (La Puglia Domani) a denunciare un altro presunto caso di malasanità al Pronto soccorso ionico, dove un’anziana paziente diabetica con un piede in necrosi, sarebbe stata “dimenticata fino a tarda notte aspettando di ricevere assistenza per ben 14 ore. La 94enne sarebbe rimasta in attesa fino alle 2:30 di notte per poi essere rimandata a casa. Da mesi la Asl tarantina, come del resto le altre in tutta Italia, studia le soluzioni per decongestionare il Pronto soccorso. Una di queste sarebbe proprio la riapertura di quello del Moscati, così come un filtro più rapido di smistamento nei reparti per i casi più lievi, i codici verdi. Al vaglio ci sarebbe anche la possibilità di coinvolgere le strutture private e in ultimo anche la sensibilizzazione dell’utenza. Una sorta di nuova “osservazione breve” potrebbe evitare il sovraccarico al piano terra del Ss. Annunziata inviando i casi lievi nei reparti interessati. Resta tuttavia il problema della carenza di organico, in particolare in un reparto “caldo”, come il Pronto soccorso. Medici e infermieri sono troppo pochi in relazione al numero di afflussi e casi e sono sempre di più i medici di base e di guardia medica che prendono il largo. La carenza di personale rischia di portare al collasso la struttura di via Bruno. Sovraffollamento, lunghi tempi di attesa e turni infernali, mettono a rischio gli operatori, non solo di colpa professionale ma anche di aggressioni, circostanze purtroppo piuttosto frequenti.
Josep Borrell dà voce all’Unione europea: «La decisione della Cpi non è antisemita»
Di Flavia Di Maio24 Novembre 2024