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Il Comune di Bitonto censisce gli immobili: “Troppi versano in stato di degrado”

Centoquarantacinque immobili tutti ubicati nel centro storico di Bitonto e moltissimi presentano in modo ben visibile condizioni di degrado. È soltanto uno dei passaggi contenuti nella relazione che ieri mattina il consigliere comunale di maggioranza, Nicola Acquafredda, ha illustrato in aula per fare il punto sull’incarico ad hoc affidatogli dall’assemblea consiliare in estate. E che…

Centoquarantacinque immobili tutti ubicati nel centro storico di Bitonto e moltissimi presentano in modo ben visibile condizioni di degrado. È soltanto uno dei passaggi contenuti nella relazione che ieri mattina il consigliere comunale di maggioranza, Nicola Acquafredda, ha illustrato in aula per fare il punto sull’incarico ad hoc affidatogli dall’assemblea consiliare in estate. E che il giovane ingegnere ha iniziato proseguendo il lavoro intrapreso nel 2021 da Domenico Avena, sul censimento degli immobili nella città vecchia. Che, però, è stato effettuato a metà, in quanto non sono stati inviati ai proprietari degli immobili le ordinanze sindacali per la messa in manutenzione degli stessi.

Perché?
La responsabilità è degli uffici comunali, in quanto si attendono indicazioni dall’ufficio Territorio circa il contenuto della ordinanza sindacale da inoltrare. La relazione, allora, sottolinea che sono stati censiti 145 immobili sui quali è stata prodotta una ricerca finalizzata a reperire il proprietario. Tantissimi non lo hanno o, per lo meno, è incerto. Ci sono, allora, dieci strutture di proprietà comunale o ecclesiastica; circa 100 immobili privati risultano avere riferimenti verosimilmente certi relativamente ai proprietari e altri molto probabilmente non attendibili; le restanti 34 strutture non risultano avere riferimenti certi relativamente alla totalità dei proprietari.

Che cosa fare, allora?
Per gli immobili comunali, secondo Acquafredda, è necessario effettuare indagini per conoscere lo stato strutturale del bene e a valutare la necessità di eventuali interventi urgenti; per le 100 strutture private andrebbe comunicato ai proprietari che l’immobile presenta una condizione di pericolo alla pubblica incolumità e a sollecitarne la messa in sicurezza; per il resto si deve effettuare – si legge nel provvedimento – «ricerca e analisi dei titoli di provenienza e delle visure storiche, nell’indagine dello stato catastale e dello stato ipotecario dell’immobile, al fine di produrre una attestazione che consenta a questo Comune di avere evidenza degli aventi diritti di proprietà sul bene».

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