Il 41,6 per cento dei Comuni pugliesi distano più di un’ora da un accesso autostradale, per la maggior parte collocate in Salento. Dai paesi lucani, invece, bisogna viaggiare per almeno 45 minuti per raggiungere un aeroporto, con un tempo mediano che è di 102 minuti, quasi il doppio rispetto alla media nazionale. È solo una parte di quanto emerge dai dati raccolti dall’Istat che fotografano differenze territoriali particolarmente nette nell’accesso alle infrastrutture.
Numeri che si collegano con il diritto alla mobilità sancito dalla Costituzione ma che è ancora solo sulla carta in molte aree del Paese. Non sempre, però, le differenze sono sulla direttrice Nord-Sud ma anche all’interno della stessa regione. Non è il caso, però, dell’accesso alle stazioni dei treni dove il divario territoriale è molto netto. Rientrano nella classificazione “Accessibile e Prossimo” gran parte dell’Italia settentrionale, ad esclusione di Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste e Trentino-Alto Adige.
La situazione di “Ultra-accessibilità” l’Emilia-Romagna con circa un terzo dei Comuni che, pur essendo distante da una stazione ferroviaria, risultano comunque accessibili, grazie ad una efficientissima rete autostradale. La parte più critica è inserita dall’Istat nel gruppo “Inaccessibile e distante” nel quale rientrano gran parte delle aree del Molise, Basilicata, Sardegna e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste. Non è un caso, dunque, che fra le aree meglio collegate in termini di accessibilità alle stazioni ferroviarie vi siano i territori che caratterizzano il triangolo Milano-Bologna-Venezia. Questo asse si estende, poi, a Ovest verso Torino e a Est verso lungo la dorsale adriatica-marchigiana. «Anche nel Centro e nel Mezzogiorno – si legge nel report – emergono analoghi contesti territoriali con una accessibilità molto alta, ma questi, a differenza di quelli del Nord, si caratterizzano per essere poco continui (fatta eccezione forse per il solo tratto adriatico della Puglia e per una parte dell’Umbria) e comunque mai tali da essere capaci di creare dei cluster di alta accessibilità inter-regionale». Come a dire che le stazioni ci sono ma i treni che arrivano sono troppo pochi.
Infine l’accesso autostradale, oltre al già citato dato record della Puglia, un terzo della popolazione italiana, pari a quasi 20 milioni di abitanti, vive in quei Comuni che risultano avere una accessibilità molto alta, mentre poco meno di 6 milioni di italiani (il 10 per cento della popolazione) vivono hanno una accessibilità molto bassa, a cui va aggiunto un ulteriore 11,4 per cento in Comuni con una accessibilità medio-bassa. «Il maggior numero di residenti in Comuni con valori di accessibilità molto bassi si riscontra in Puglia, circa 1,4 milioni di persone, oltre un terzo della popolazione pugliese», si legge nel dossier. «Altre quote rilevanti di popolazione regionale con un livello di accessibilità molto basso sono presenti in Molise (50%), in Umbria (44%) e in Basilicata (34%)».
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Di Paolo Ruscitto24 Novembre 2024