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Lecce, revocato il sequestro delle opere di Banksy esposte alle Mura urbiche

È stato revocato il sequestro delle 27 tra opere e illustrazioni dello street artist Banksy, del valore di 2,5 milioni di euro, che erano state esposte nel complesso monumentale delle Mura urbiche di Lecce. La collezione, che è stata restituita a Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, era stata sequestrata a novembre dai giudici di Roma…

È stato revocato il sequestro delle 27 tra opere e illustrazioni dello street artist Banksy, del valore di 2,5 milioni di euro, che erano state esposte nel complesso monumentale delle Mura urbiche di Lecce.

La collezione, che è stata restituita a Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, era stata sequestrata a novembre dai giudici di Roma che avevano accolto il ricorso presentato da Mediafarm srl, la società del Comune di Lecce per la gestione delle Mura urbiche che sosteneva di avere un credito di oltre 43mila euro nei confronti della A&M (Antonelli&Marziani) Cultural Consulting srl, società detentrice delle opere di Banksy e che aveva organizzato la mostra.

Il dissequestro è stato disposto dallo stesso tribunale di Roma.

«L’azione intrapresa in modo del tutto imprudente da parte di Mediafarm – dichiara Domenico Chiarello (Studio Legalty, Roma) legale di Antonelli e Marziani – rappresenta un evidente abuso dello strumento giuridico, atto a danneggiare l’asserito debitore, nella consapevolezza di promuovere una azione tanto temeraria, quanto inutile ai fini giuridici, non essere in grado di fornire al Tribunale adito, le consistenze probatorie necessarie ad ottenere la conferma del provvedimento richiesto. Per tali ragioni, A&M nel contestare la richiesta di Mediafarm si è anche peritata di dimostrare la temerarietà delle lite e chiedere la condanna di questa al conseguente risarcimento del danno, che tuttavia, dovrà essere accertato in separata sede».

I curatori e produttori della mostra, Stefano Antonelli e Gianluca Marziani, si dicono «compiaciuti che la giustizia sia stata così rapida nel riparare ad un clamoroso “orrore” giudiziario. Rimane l’amarezza per non aver potuto prolungare la mostra, negando una opportunità soprattutto agli studenti e ai giovani. Quanto è accaduto – dicono – rende molto difficile ottenere opere d’arte di questo livello in prestito per i bellissimi spazi culturali di cui dispongono molte nostre città. Servono competenza e un agire molto rigoroso e particolarmente accurato. Un episodio come questa richiesta di sequestro di una collezione d’arte internazionale da parte di un imprenditore locale che si trova lì in virtù di un contratto con il Comune di Lecce, è un comportamento che penalizza il territorio e può mettere a rischio la possibilità per la Città di ospitare in futuro grandi eventi culturali internazionali. Abbiamo subito un evidente danno economico e reputazionale – concludono – la cui necessità risarcitoria sarà oggetto di una specifica azione giudiziaria. Ma ad essere penalizzata è stata anche la città di Lecce».

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