Sarà discusso domani, dal Consiglio di amministrazione dell’Università del Salento, l’aumento del compenso del rettore che passerebbe da 25.200 a 121mila euro.
Il punto è all’ordine del giorno e sta già provocando polemiche. A sollevare il caso è stata la Flc Cgil di Lecce che parla di «stupore e malcontento nell’intera comunità accademica».
La questione riguarda in generale la rideterminazione delle indennità e dei gettoni di presenza dei componenti degli organi universitari e, in particolare, di rettore, prorettore e componenti del cda.
Il Senato accademico, nella seduta del 12 dicembre scorso, non ha espresso parere favorevole alla proposta di incremento.
«È sconcertante – dice la Flc Cgil – che, dopo anni di tagli alla spesa pubblica che hanno visto ridurre salari accessori e compensi tanto al personale docente quanto al personale tecnico-amministrativo, il primo e significativo intervento di segno opposto, finanziato peraltro con le economie e i risparmi sulle spese di funzionamento dell’ateneo, veda il cda autodeterminare l’aumento del proprio compenso, senza neanche l’avallo dell’organo politico».
Per la Cgil, «ciò è ancora più sconcertante se si considera che questo intervento verrebbe attribuito anche ai componenti del cda attualmente in carica, per effetto di una retroattività fantasiosamente costruita, mentre il personale tecnico-amministrativo è ancora costretto alle ferie forzate per consentire la riduzione delle spese di energia elettrica».
La Flc Cgil, quindi, chiede al rettore e al cda «un passo indietro rispetto a una scelta politicamente sbagliata nei modi, nei tempi, nella sostanza e nel contesto, che li vedrebbe, peraltro, in evidente conflitto di interessi».