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Bitonto, il Tar dice no alla discarica Ferlive. Ricci: «Splendida notizia»

La notizia è arrivata ieri sera all'ora di cena. La discarica di materiali ferrosi non s'ha da fare. In contrada Colajanni, a Bitonto, non ci sarà nessuna "Ferlive". Lo ha stabilito la sentenza del Tar pugliese, che ha accettato il ricorso presentato dal Comune di Bitonto, Terlizzi e dalle associazioni ambientaliste contro l'Autorizzazione integrata ambientale…

La notizia è arrivata ieri sera all’ora di cena. La discarica di materiali ferrosi non s’ha da fare. In contrada Colajanni, a Bitonto, non ci sarà nessuna “Ferlive”.

Lo ha stabilito la sentenza del Tar pugliese, che ha accettato il ricorso presentato dal Comune di Bitonto, Terlizzi e dalle associazioni ambientaliste contro l’Autorizzazione integrata ambientale concessa dalla Città metropolitana a novembre dello scorso anno.

La sentenza era attesa da oltre un mese fa ed è arrivata ieri quasi inaspettata e conclude (almeno per il momento, visto che la Ferlive stessa potrà ricorrere al Consiglio di Stato) una battaglia infinita e stancante. «È una splendida notizia per la nostra comunità», il commento raggiante del sindaco Francesco Paolo Ricci.

Fare i compiti a casa e integrare quanto chiesto con altra documentazione, anche per rispondere alle osservazioni arrivate in primis dalle associazioni ambientaliste. È quanto la Regione aveva chiesto nei giorni scorsi alla Ferlive in merito al Procedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), ossia la richiesta, espletata mesi fa, di poter trattare altri rifiuti oltre a quelli speciali nella discarica che si vuole realizzare in contrada Colajanni, a Bitonto.

In modo particolare, la Commissione regionale per le valutazioni ambientali, per poter formulare il parere positivo sulla volontà della società, aveva chiesto che venissero approfonditi alcuni aspetti: chiarimento sulla coerenza dell’intervento proposto in base al Piano regolatore generale (Prg) in ragione dei rifiuti che si prevede di conferire e, dunque, della compatibilità con le limitazioni vigenti dall’attuale normativa; delucidazioni sul fatto che i rifiuti conferibili in discarica decadono o meno dal trattamento dei rifiuti urbani e, quindi, verificare la coerenza del progetto con il Piano regolatore dato che la discarica in esame, da qualificarsi come “nuovo impianto”, non risulta essere prevista tra i siti di smaltimento individuati; dovranno essere esaminati i potenziali impatti sul patrimonio agroalimentare; l’aspetto sulla compatibilità idrogeologica, considerato anche dove si vuole realizzare il tutto.

Di conseguenza, allora, la Commissione, visti i tantissimi punti interrogativi e le tantissime osservazioni arrivate dalle associazioni e dal Comune di Bitonto stesso, aveva dato un mese di tempo alla Ferlive per produrre quanto richiesto e trattare, poi, nel merito, il procedimento autorizzatorio.

C’è da notare un altro aspetto: tantissime osservazioni fatte dalla struttura regionale sono le stesse che gli ambientalisti e non solo hanno presentato e condiviso dinanzi al Tar Puglia per non far insediare la discarica nel territorio. Già, il Tar. A Bitonto era altissima l’attesa per la decisione del Tribunale amministrativo regionale, dopo il disco verde (leggasi Autorizzazione integrata ambientale) della Città metropolitana avvenuto a novembre dello scorso e l’opposizione da parte di Palazzo Gentile e degli ambientalisti.

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