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Comunali a Bari, il candidato Laforgia: «Fare il sindaco non è ambizione personale» – VIDEO

«Non ho alcuna smania di fare il sindaco di Bari, non ho ambizioni personali. Quando ho detto di volermi mettere al servizio, ho detto di essere disponibile a una candidatura che è stata richiesta da alcune forze politiche della coalizione». Così nel corso di una conferenza stampa, l'avvocato Michele Laforgia. Nei giorni scorsi ha proposto alle…

«Non ho alcuna smania di fare il sindaco di Bari, non ho ambizioni personali. Quando ho detto di volermi mettere al servizio, ho detto di essere disponibile a una candidatura che è stata richiesta da alcune forze politiche della coalizione». Così nel corso di una conferenza stampa, l’avvocato Michele Laforgia.

Nei giorni scorsi ha proposto alle forze politiche di centrosinistra la sua candidatura a sindaco di Bari, candidatura che non ha trovato al momento il sostegno del Partito democratico. 

«Questa – continua – è una città straordinaria, che ha al suo interno più intelligenze di quelle che riusciamo a vedere. Ma ha un difetto, è piena di persone che si sentono in credito. Io appartengo a quelli che si sentono in debito. Sono stato fortunato, sono nato in una famiglia che ha un nome in questa città, per meriti, e ho avuto successo nella mia professione. Per me è arrivato il momento di mettere la mia fortuna, ei miei meriti, al servizio di questa città».

 «La città di Bari chiede unità al centrosinistra»

«Il sentimento polare è evanescente, come il carisma. L’unico strumento che ho per valutarlo è leggere i sondaggi e camminare per la città». Continua Laforgia sulla sua possibile candidatura sostenuta dalla ‘Convenzione’, di cui fa parte ‘La Giusta Causa’, già presieduta dal penalista. Il riferimento di Laforgia è alle parole del governatore Michele Emiliano che ho la invitato a sondare il sentimento popolare. 

«Questa città – aggiunge – esprime un sentimento popolare favorevole al centrosinistra e ci chiede di discutere anche aspramente, ma di restare uniti. L’unità è un valore si si fonda sui contenuti altrimenti ti non è unita. Sull’unità intesa come obbedienza acritica non sono la persona più indicata». 

Quanto alle primarie, che lo stesso Laforgia ha definito inquinate nel recente passato, il penalista ha chiarito che «tutti i giorni sui giornali ci sono interventi che segnalano questo rischio. I luoghi in cui si fanno, le regole, il momento in cui si fanno non è estraneo a questo rischio di inquinamento». 

«Le primarie del 2014 che hanno incoronato Decaro – spiega – non sono state un esempio della migliore democrazia, perché videro un racconto problema di gestione del voto che per lungo tempo quel pomeriggio si è pensato di annullarle. Il rischio di inquinamento del voto clientelare, è più alto quando le regole non ci sono, perché le primarie non sono regolate dalla legge».

«La mia candidatura non è divisiva»

«Tutti i sondaggi dimostrano che, nonostante il vento che soffia in Italia e nel mondo, a Bari i cittadini sembrano intenzionati a confermare la fiducia al centrosinistra. Merito anche del sindaco Decaro, della maggioranza uscente e del lavoro degli ultimi 20 anni».

«Inoltre- spiega – la mia candidatura non è minoritaria né divisiva. Tutti i sondaggi dicono che è condivisa dagli elettori del centrosinistra e dello stesso Pd. Lo stesso Boccia l’ha definita un valore aggiunto». 

Laforgia ha quindi avvertito che «un atteggiamento di chiusura non è motivato né per noi né per gli elettori. Pretendere un passo indietro senza esplicitare le ragioni – ha chiarito – non solo non è rispettoso nei confronti delle forze politiche che hanno espresso questa candidatura e che vogliono andare avanti, ma non contribuirebbe a fare domani un passo avanti».

«Non sono e non siamo disposti a metterci alla ricerca di altri nomi, il centrosinistra – continua – non ha bisogno di un casting ma di presentare candidature e proposte per la città all’interno della coalizione. Non dobbiamo improvvisare un programma, ma tirare le fila dei ragionamenti che abbiamo fatto in questi anni. Continueremo il lavoro sulla città, in attesa della prossima convocazione del tavolo del centrosinistra, per il quale abbiamo chiesto regole scritte sia per la convocazione sia degli esiti. Confidiamo che governatore Emiliano, il sindaco Decaro e gli esponenti politici partecipino senza preclusioni».

«La sicurezza città parte dalle carceri»

«Dovremmo iniziare a ragionare di sicurezza partendo da un dato: il carcere. Contrariamente a quello che si pensa, la sicurezza non si fa solo con la sorveglianza nei quartieri e con le forze dell’ordine, si fa nei posti in cui la repressione penale esercita la sua forza primaria, cioè fra i detenuti». 

«Se il carcere non funziona – ha aggiunto – non può funzionare la sicurezza perché prima o poi chi entra in carcere esce, e se non esce migliore di come è entrato rappresentata un problema per la sicurezza. Le organizzazioni criminali maggiori della nostra regione sono storicamente nate in carcere». 

Quanto all’idea di militarizzare la città, ha chiarito che «non è nelle facoltà di un sindaco, che non dispone delle forze militari. Gli ultimi decenni hanno smontato che la presenza dell’esercito non è garanzia né per l’ordine pubblico né per la gestione della sicurezza. Dobbiamo – ha spiegato – porci il problema a della lotta alla povertà e all’emarginazione, e avere una nuova concezione delle periferie». 

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