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Poche prenotazioni per i ponte dell’Immacolata a Bari: «Strutture vuote per metà»

Nemmeno San Nicola dei Baresi, l’evento di dicembre che fino agli anni scorsi era capace di attrarre centinaia di turisti dall’Est, riesce a far volare le presenze in città per il ponte dell’Immacolata. A pesare, in modo particolare, è la guerra russo-ucraina con la contestuale chiusura del traffico aereo. Le strutture alberghiere hanno un tasso…

Nemmeno San Nicola dei Baresi, l’evento di dicembre che fino agli anni scorsi era capace di attrarre centinaia di turisti dall’Est, riesce a far volare le presenze in città per il ponte dell’Immacolata. A pesare, in modo particolare, è la guerra russo-ucraina con la contestuale chiusura del traffico aereo. Le strutture alberghiere hanno un tasso di riempimento che non arriva nemmeno al 50%. «Colpa della mancata programmazione», spiega il presidente di Federalberghi Bari-Bat Francesco Caizzi.

Per il secondo anno di fila, il Ponte dell’8 dicembre non porterà grandi benefici alle strutture alberghiere. La parte del leone la fa sicuramente il conflitto nell’Est Europa. Proprio dall’oriente europeo, infatti, proveniva la maggior parte del flusso turistico di dicembre, che si recava a Bari sulla scia dell’appuntamento religioso di San Nicola.

Nel calendario giuliano, seguito dai cristiani di fede ortodossa, la festività del santo di Mira cade a metà dicembre. Negli anni passati, la festività di San Nicola dei baresi (6 dicembre) era l’occasione, per i turisti provenienti dalla Russia, di sostare nel capoluogo qualche giorno, consentendo alle strutture alberghiere di chiudere il mese con un tasso tutto sommato positivo.

Da febbraio 2022, però, il traffico aereo da e per la Russia è stato bloccato, facendo così diminuire in maniera consistente il numero delle presenze. Anche quest’anno il ponte dell’Immacolata non rappresenterà un volano per il settore. A detta di Caizzi, però, tra le motivazioni ci sarebbe anche altro. «Il ponte dell’Immacolata non è mai stato un ponte di riferimento per noi – spiega il presidente di Federalberghi – tuttavia, il fatto di avere le strutture piene solo al 40% dimostra che non c’è stata alcuna programmazione e che quindi non abbiamo destagionalizzato».

Anche Caizzi registra un sostanziale calo dovuto alla guerra russo-ucraina. «Normalmente a dicembre si lavorava un po’ di più, ma con il conflitto il mercato è abbastanza fermo», commenta il numero uno di Federalberghi. Il nodo, quindi, rimane la mancata programmazione che, a detta di Caizzi, già nel mese di novembre avrebbe comportato un calo delle presenze.

La speranza per il settore è rappresentata ora dalle vacanze di Natale. Nel cartellone diffuso dal Comune ci sono molti eventi che potrebbero essere il volano per aumentare le presenze in città, da Spaccabari al Concertone di fine anno.

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