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Licenziato per una bestemmia (tra sé e sé)

È accaduto a Bologna. Licenziato per una bestemmia dallo stesso call center che, qualche giorno fa, aveva già espulso una sua collega più o meno per lo stesso motivo. E tutto per aver esclamato, tra sé e sé, una pesante imprecazione per il malfunzionamento dei sistemi di collegamento aziendali. Tra l’altro l’epurazione è stata giustificata…

È accaduto a Bologna. Licenziato per una bestemmia dallo stesso call center che, qualche giorno fa, aveva già espulso una sua collega più o meno per lo stesso motivo. E tutto per aver esclamato, tra sé e sé, una pesante imprecazione per il malfunzionamento dei sistemi di collegamento aziendali.

Tra l’altro l’epurazione è stata giustificata con una norma penale risalente al 1930. Quasi un secolo fa.

Adesso la scelta di noi lettori è tra condividere questa punizione esemplare oppure rigettarla, partendo dalla riflessione che quella dell’operatore telefonico in un call center è senz’altro tra le professioni più usuranti, stressanti e meno retribuite. In ogni caso, ad ognuno la libertà di scegliere da che parte stare.

Solo un’ultima nota a margine. Il lavoratore, adesso a spasso, non godeva delle tutele dell’articolo 18 della Legge 300/70, cancellate dall’indimenticato Jobs act di Renzi.

Chissà quante parolacce avremo detto in tanti per questa ennesima privazione di diritti sul lavoro…

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