È «una strage di Stato» quella che continua a consumarsi sulla strada statale 100 dove ieri sera, nel territorio di Mottola, hanno perso la vita quattro persone, tre militari e un commerciante, e altre cinque (tre nel terribile schianto di ieri e altre due stamattina) sono rimaste ferite in due distinti incidenti stradali.
Ad affermarlo è Vanni Caragnano, presidente del Comitato strade sicure. «La cosa più grave non è che non si fa nulla per ammodernare la strada ma che non si programma nulla, che è diverso», aggiunge Caragnano sottolineando che «non esiste neppure la speranza che quel tratto venga ammodernato se non attraverso le nostre denunce negli anni».
Il presidente del Comitato strade sicure ricorda che «esiste una missiva che la Regione Puglia ha trasmesso l’8 febbraio al ministro Salvini al fine di far commissariare, e quindi far assumere carattere di priorità, all’opera di ampliamento a quattro corsie nel tratto successivo a Gioia del Colle e costruzione della rotatoria a san Basilio rimasta totalmente inevasa e questo è gravissimo». Mentre «l’opera relativa a quel tratto – aggiunge Caragnano – sta andando avanti e ora è prossima alla conferenza di servizi ed il progetto è stato pubblicato, su nostre sollecitazioni il tratto successivo, e quindi quello dove ieri hanno perso la vita quattro persone, è stato inserito nel nuovo Piano regionale dei Trasporti della Regione Puglia ma mancano i soldi, anche solo per averne una progettazione iniziale».
Caragnano ricorda ancora che «non è stato ad oggi concluso il contratto di Programma con Anas che si sarebbe dovuto chiudere il 30 giugno e quindi non ci sono ad oggi disponibilità finanziarie per nessun tipo di nuovo intervento». Che su «quel tratto – conclude il presidente del Comitato – come in altri succedano incidenti stradali a causa di distrazione o superamento dei limiti di velocità è un’amara considerazione ma il frontale avviene esclusivamente perché le manca un adeguato spartitraffico centrale e sinceramente siamo stanchi di dover fare questa tristissima considerazione. Tutto il nostro lavoro di questi anni è una denuncia di stragi annunciate che nessuno ha voluto ascoltare, né la politica né le istituzioni e oggi continuiamo a piangere persone che non è giusto che muoiono per strafottenza. Una vergogna tutta italiana e una sofferenza indicibile per i familiari delle vittime».
Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, parla di «una tragedia enorme» che «ha cancellato quattro vite». Tra loro tre militari originari della provincia di Taranto, «tre uomini che ieri non hanno potuto riabbracciare le loro famiglie a Taranto, Statte e Montemesola».
La sicurezza, prosegue Melucci, «non è un bene barattabile: dobbiamo promuoverla con i nostri comportamenti personali, ma anche con azioni che sollecitino le istituzioni, tutte, a fare il loro dovere».