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Influenza nei bambini, no all’uso dell’antibiotico “fai da te”

ROMA (ITALPRESS) – Gli esperti considerano la stagione influenzale alle porte di media intensità, con tre virus principali circolanti, oltre ad altri 262 virus cugini: l’influenza vera e propria, il Covid-19 e il virus respiratorio sinciziale. Sulla base dei dati in arrivo dall’emisfero australe, si ammaleranno di influenza tra i 5 e i 6 milioni…

ROMA (ITALPRESS) – Gli esperti considerano la stagione influenzale alle porte di media intensità, con tre virus principali circolanti, oltre ad altri 262 virus cugini: l’influenza vera e propria, il Covid-19 e il virus respiratorio sinciziale. Sulla base dei dati in arrivo dall’emisfero australe, si ammaleranno di influenza tra i 5 e i 6 milioni di italiani, di questi circa il 30% saranno bambini, una percentuale molto alta determinata dalla vita di comunità e, nel caso dei più piccoli, da un sistema immunitario non ancora maturo. Il tasso di incidenza dipenderà inoltre dai ceppi virali in circolazione, dalla loro novità rispetto agli anni precedenti, e dalle condizioni meteorologiche e climatiche: il clima freddo, ma anche gli sbalzi di temperatura e gli ambienti secchi, riducono le difese delle vie aeree alte, aprendo la porta alle malattie di stagione. Questi i temi trattati da Roberta Levi, medico chirurgo specialista in pediatria e consulente presso la casa di cura Madonnina di Milano, intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Durante l’inverno, proprio perchè i bambini vivono di più in ambienti chiusi, si ammalano maggiormente, e si stimano circa 5-6 episodi infettivi durante l’inverno – ha esordito – Le patologie più frequenti sono le infezioni alle alte vie respiratorie, quindi i pediatri vengono chiamati per questo motivo: raffreddori che durano per più tempo, mal di gola o tossi che non passano mai. Queste forme sono prevalentemente di natura virale, non necessitano di antibiotico – ha ricordato – Poi ci sono le forme batteriche, o virali che si trasformano in batteriche, ma per l’antibiotico bisogna sempre rivolgersi al pediatra. Il fai da te non va bene”. E su quando allarmarsi in caso di influenze nei bambini: “Se nonostante la febbre è vivace, ha appetito, o con l’antipiretico torna a essere attivo, non preoccupa, sono invece preoccupanti i bambini sotto i tre mesi, il bambino che non beve e ha disidratazione, o che ha associata una malattia dolorosa come il mal di testa, o quando nonostante l’antipiretico non migliora”.
Diversi i consigli dell’esperta su come mitigare il rischio del contagio nei bambini e come intervenire per una rapida guarigione: “Sicuramente occorrerebbe evitare luoghi chiusi e affollati, a parte la scuola che non è evitabile – ha sottolineato – All’infuori di questa, stare all’aperto per quanto possibile e compatibilmente col clima. Fa bene il movimento quotidiano, l’attività sportiva, tutto questo rinforza il sistema immunitario. E’ bene evitare di mandare i bambini a scuola se hanno ancora tosse o raffreddore, evitare il contatto con persone malate, soprattutto nei primi giorni della malattia – ha spiegato Levi – Bisogna evitare di scambiarsi bicchieri, posate, strumenti di lavoro a scuola con altri bambini, lavarsi sempre le mani prima di mangiare, bisogna cercare di trasmettere queste informazioni. E poi, mangiare cibi sani, frutta, verdura, meno merendine e cibi non preconfezionati. Va curata l’idratazione, il bambino deve bere quel che riesce a bere, per esempio le spremute sono fonti di vitamina C e possono essere d’aiuto in questa stagione”.
“Le neo mamme alla prima esperienza sono spesso molto ansiose, è un’ansia generata da altre mamme, dal bombardamento di consigli e informazioni da amiche, internet e cose che si leggono – ha aggiunto sul rapporto con i genitori – Creano confusione e aumentano l’ansia, è importante avere una persona di riferimento, di fiducia, che possa calmare l’ansia e risolvere i dubbi”. Infine, sulla vaccinazione dei più piccoli: “La vaccinazione antinfluenzale è consigliata a tutti i bambini dai 6 mesi di età, in più è particolarmente consigliata a chi va già a scuola o ai più fragili – ha concluso Levi – In questi ultimi con una patologia di base, un’influenza potrebbe essere più grave o peggiorare la loro malattia”.

– foto da video Medicina Top –
(ITALPRESS).

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