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Giulia Cecchettin, legale di Turetta: “Perizia psichiatrica può essere utile, valuteremo”

(Adnkronos) - “Una perizia psichiatrica può essere utile per verificare cosa sia successo. E' molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno la faremo. È un aspetto che va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo, descritto come un giovane dedito allo studio e allo sport, un…

(Adnkronos) – “Una perizia psichiatrica può essere utile per verificare cosa sia successo. E’ molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno la faremo. È un aspetto che va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo, descritto come un giovane dedito allo studio e allo sport, un ragazzo d’oro che aiutava gli altri”. Lo afferma Emanuele Compagno, legale di Filippo Turetta arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin.  

“Mi sembra impossibile. Ma poi dicono dello scotch, del coltello, non so cosa pensare…forse voleva sequestrarla per non farle dare la tesi e poi la situazione è degenerata. Secondo noi, gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione”. In un’intervista al Corriere della Sera i genitori di Filippo Turetta, papà Nicola e mamma Elisabetta, non si danno pace.  

“Parlano di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui. Non è assolutamente niente di tutto questo. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato”, aggiunge il papà, l’unico tra i due che riesce davvero a parlare. “Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia. Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Pensiamo in continuazione a lei. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato”, aggiunge il padre del 22enne.  

Quando è stato fermato “secondo noi era in stato confusionale. Ha vagato senza una meta, non è tornato perché probabilmente aveva paura. Segno che non aveva un piano”. In attesa dell’udienza per decidere sulla consegna, “non ci hanno fatto ancora parlare con lui. Ci hanno detto che è molto provato. Se non lo riporteranno in Italia nei prossimi giorni, ci organizzeremo per andare noi in Germania. Resta nostro figlio. Cosa dobbiamo fare? Pagherà per quello che ha fatto. Noi siamo pur sempre i suoi genitori”. Ad aspettarli a casa c’è un altro figlio. “Non è facile, soffre molto. Ieri sera era a tavola e ha sentito al telegiornale che ‘il killer’ era stato fermato in Germania. È dura sentir parlare così di un fratello. Filippo in casa non è mai stato un ragazzo violento. Siamo tutti sgomenti”, conclude Nicola Turetta. 

 

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