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Nella Bat la centrale della contraffazione: sequestrati 20mila capi con il logo “Nasa” – VIDEO

Più di 20mila capi di abbigliamento, per adulti e bambini e con un valore complessivo di circa 380mila euro, riportanti il marchio dell'agenzia governativa statunitense Nasa sono stati sequestrati dalla guardia di finanza perché contraffatti. Gli abiti, sequestrati nella provincia piemontese del Verbano-Cusio-Ossola erano prodotti da un'azienda operativa a Barletta. Da controlli eseguiti dai finanzieri,…

Più di 20mila capi di abbigliamento, per adulti e bambini e con un valore complessivo di circa 380mila euro, riportanti il marchio dell’agenzia governativa statunitense Nasa sono stati sequestrati dalla guardia di finanza perché contraffatti.

Gli abiti, sequestrati nella provincia piemontese del Verbano-Cusio-Ossola erano prodotti da un’azienda operativa a Barletta.

Da controlli eseguiti dai finanzieri, in raccordo con la stessa Nasa, è emerso che, sebbene fosse stata rilasciata un’autorizzazione preliminare all’utilizzo dei cosiddetti “meatball” e “worm” (i loghi utilizzati dall’azienda), la stessa fosse totalmente all’oscuro delle modifiche apportate sugli stessi e riprodotti su felpe, magliette e altri indumenti.

Le linee guida dell’Agenzia spaziale americana prevedono, infatti, un minuzioso processo di approvazione preventiva che la società produttrice, in realtà, simulava di aver effettuato al momento degli ordinativi di acquisto da parte della catena distributiva presente in tutto il nord Italia o, addirittura, dava arbitrario inizio alla produzione sebbene la stessa Nasa l’avesse espressamente vietato in quanto in netto contrasto con le linee guida per il merchandising.

La Procura di Trani ha pertanto denunciato il legale rappresentante e l’amministratore di fatto e direttore commerciale della società per i reati di contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni, per introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi. I due rispondono anche di frode nell’esercizio del commercio.

Dai controlli effettuati dai finanzieri è emerso che la produzione autunno-inverno 2023 era stata quasi interamente destinata a un megastore con sede centrale a Milano, ma con 35 punti vendita in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Lazio e Piemonte.

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