Più della metà dei baresi, il 51%, non ha figli e per più di due su dieci, il 21%, non è un progetto di vita mentre il 31% di chi è padre o madre ha un solo figlio e solo il 17% dei casi ne ha più di tre.
Stando a quanto emerge dal rapporto “Gli italiani e la denatalità”, realizzato da Changes Unipol con dati elaborati da Ipsos, Bari, insieme a Verona, è la città italiana con la media più alta di figli pari a 1,9 a famiglia.
Lo studio intende definire anche le cause della denatalità e le misure per farvi fronte.
Secondo la ricerca, il 34% dei baresi rimanda l’essere genitore a causa del lavoro tanto che nel 21% dei casi la mancanza di un lavoro stabile è la causa principale del non avere figli.
L’introduzione di incentivi al lavoro femminile, il rafforzamento delle politiche di sostegno alle famiglie per le spese – educative, scolastiche e per le attività sportive e culturali – e la riforma dei congedi parentali con l’introduzione di congedi di paternità, sono alcune delle misure che il 60% dei baresi indica per contrastare la denatalità.
Secondo il report, per quasi la metà dei cittadini di Bari un ruolo chiave è giocato dalle imprese che possono favorire la natalità attraverso rimborsi per i costi per le spese scolastiche (24%) e con piani di assistenza integrativa per le visite specialistiche private a prezzo ridotto per i figli (22%).
Maggiore flessibilità di orario e il lavoro da remoto potrebbero poi contribuire, per il 43% dei baresi, a contrastare la denatalità che influirà negativamente, secondo la ricerca, soprattutto sul sistema pensionistico (30%), sullo spopolamento delle aree non urbane (28%) e alla crescita del Prodotto interno lordo (28%).