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Bari verso le comunali, alta tensione tra il Pd e Laforgia: si avvicina la resa dei conti

Bocche cucite nel centrosinistra pugliese all’indomani del duro affondo dell’avvocato Michele Laforgia, candidato in pectore a Bari per le comunali del 2024. Nessuno vuol commentare la frase choc pronunciata l’altra sera dal leader della Giusta Causa durante la riunione della Convenzione nella Casa del popolo. «Le primarie sono uno strumento nelle mani della criminalità organizzata»,…

Bocche cucite nel centrosinistra pugliese all’indomani del duro affondo dell’avvocato Michele Laforgia, candidato in pectore a Bari per le comunali del 2024.

Nessuno vuol commentare la frase choc pronunciata l’altra sera dal leader della Giusta Causa durante la riunione della Convenzione nella Casa del popolo. «Le primarie sono uno strumento nelle mani della criminalità organizzata», ha detto apertis verbis Laforgia rispedendo al mittente qualsiasi ipotesi di aprire i gazebo come proposto dal Partito democratico, ma anche dal governatore Michele Emiliano che sul punto ha criticato la stessa posizione contraria del Movimento Cinque Stelle.

Ma l’affondo di Laforgia è stato chirurgico con una postilla al veleno e altre parole di fuoco: «Da qui ai prossimi anni – ha continuato – la città si troverà a gestire fiumi di denaro. Questi soldi hanno un solo problema: la legalità. Il problema della sicurezza, in questa città, è rappresentato dalla criminalità organizzata che mina ancora i territori, anche se non ne parla nessuno perché contraria all’idea di città di un certo tipo. Ma è la criminalità che gestisce le primarie: vogliamo davvero scegliere chi gestirà questo flusso di denaro attraverso esse?».

Esternazioni da brividi che hanno incontrato il silenzio assoluto dei vertici dem, a cominciare dal segretario pugliese Domenico Desantis e da quello barese Stefano Todaro, peraltro assenti alla convention dell’altra sera.

Fonti interne ai dem interpretano l’attacco di Laforgia come un chiaro segnale di rottura della coalizione, una sfida esplicita alla nomenklatura del centrosinistra, a partire dai leader Antonio Decaro ed Emiliano. Non a caso in chiusura del suo discorso Laforgia lo ha detto chiaramente: «Io non prendo ordini da nessuno, non si governa una grande città facendo accordi ai tavolini dei bar: la discussione la facciamo in altre parti, come questa Casa del popolo dove tutti possono ascoltare».

In silenzio restano anche i vertici di Con, a partire dal coordinatore Michele Boccardi. Quanto al presidente Emiliano, in trasferta in Toscana per dare sostegno alle popolazioni colpite dall’alluvione, il suo staff non nasconde irritazione e sconcerto per le parole del penalista.

Tuttavia Emiliano ha ordinato a tutti la consegna del silenzio, fino al suo ritorno a Bari la prossima settimana. Fino ad allora, dicono i collaboratori del presidente, bisogna bloccare trattative, tavoli di coalizione, ma anche commenti da parte dei partiti del centrosinistra.

Di certo per raffreddare il clima a dir poco surriscaldato nei prossimi giorni entreranno in azione i pontieri di tutte le parti in campo. Di questo passo, come osserva qualcuno, si va dritti verso la spaccatura della coalizione che potrebbe favorire una vittoria al primo turno del centrodestra.

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