Per il governo non ci sono i presupposti per revocare il decreto interministeriale del 2022 con il quale è stata autorizzata la realizzazione del deposito gnl di Edison.
A riferirlo è stato in commissione Ambiente il sottosegretario Claudio Barbaro, che ha risposto a un’interrogazione dell’on. Angelo Bonelli di Europa Verde. Il rappresentante del governo ha spiegato che «le dimensioni dell’impianto sono sotto la soglia per la quale è prevista l’attivazione del procedimento di valutazione d’impatto ambientale».
Il deposito che verrà realizzato nel porto di Brindisi, infatti, avrà una capacità di poco inferiore ai 20mila metri cubi, oltre i quali è necessario l’ottenimento della Via. Il sottosegretario ha inoltre aggiunto che «non rilevano le osservazioni dell’interpellante in merito alla riduzione in specifiche circostanze di detta soglia».
Bonelli aveva fatto riferimento alla legge regionale 11/2001 recante le norme sulla valutazione dell’impatto ambientale. Tale legge prevede la riduzione delle soglie del 30 per cento nelle aree dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale, tra le quali rientra Brindisi. Ma per il sottosegretario l’ambito di applicazione della legge è differente, essendo il deposito Edison «regolato dal decreto legislativo 152/2006».
Barbaro, poi, sottolinea come il progetto in questione non sia «finanziato con l’investimento Pnrr del Mase». In realtà, i 39 milioni di euro ottenuti da Edison per realizzare l’infrastruttura energetica provengono da un altro canale di finanziamento, ovvero dal fondo complementare al Pnrr previsto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per il gnl nel settore marittimo.
La risposta del sottosegretario ha tratto in inganno Bonelli, che ha replicato: «Prendo atto che il ministero non conferma quanto dichiarato da Edison di avere necessità di quei 39 milioni di euro, che dal loro punto di vista rappresentavano un elemento fondamentale per portare avanti il progetto». In chiusura Bonelli ha fatto presente che «ancora una volta non viene considerato che l’area di Brindisi è ad alto rischio ambientale».