Correva l’anno 1967 quando il cacciatore Rocco D’Eufemia decideva di aprire nella centralissima piazza Matteotti un’armeria che servisse i suoi colleghi di armi e munizioni. Attività che però non ebbe la fortuna sperata, i cacciatori diminuivano e con essi la possibilità di poter rivendere munizioni e fucili per la pratica venatoria.
Nasce da questo preambolo la lunga storia che accompagnerà la vita dell’attività che sostituirà l’armeria, quando Rocco scelse di trasformare la rivendita di cartucce in un bar che fosse il ritrovo accogliente per cacciatori, pendolari, materani e forestieri. Viene fondato nel 1970 il “Bar del Cacciatore”. La sua posizione strategica contribuì non poco al suo sostentamento. Ubicato a ridosso della centralissima stazione ferroviaria, in un’epoca in cui il treno delle Ferrovie Appulo Lucane univa i paesi della Murgia spostando grandi masse di pendolari , divenne da subito la “porta” della città che accoglieva, informava, rifocillava ed offriva persino pernotti nelle stanze posizionate ai piani superiori dello stesso stabile. Era l’epoca in cui i binari attraversavano l’attuale via Rosselli raggiungendo il Casello 75 davanti al quale c’era il passaggio a livello. Un tempo lontano, di uomini e donne che si spostavano con treni prima e con gli autobus dopo quando i binari lasciarono il posto ad una delle attuali strade più importanti. Il Bar del Cacciatore, anche per il tipo di utenza che serviva, apriva alle prime luci dell’alba, quando alle 4:30 le sue saracinesche rumorose avvertivano che un nuovo giorno andava ad iniziare. Il buon Rocco, suo fondatore e proprietario, condusse egregiamente l’attività fino all’inizio degli anni ’80, poi lui scelse di trasferirsi in Germania lasciando la conduzione del bar a sua moglie, la signora Felicetta Repullone. Nel 1983 però, il destino scelse per tutti strappando al mondo il fondatore. La morte di Rocco costrinse sua moglie a dover condurre da sola l’attività aiutata dai suoi due figli: Grazia e Pino.
Nel 2006, infine, la signora Felicetta, stanca, decide di vendere il Bar. La vendita fu accolta, per uno scherzo del destino, da un ragazzo materano con lo stesso nome del fondatore: Rocco Montesanto. Il giovane Rocco acquisiva così un’attività avviata, in ottima posizione e con enormi potenzialità. Le sue competenze, la sua grande passione e la sua determinazione hanno poi permesso la sopravvivenza del bar e la sua espansione tra nuovi avventori. La sua opera nella gestione è avvenuta nel rispetto della storia del luogo, con l’apertura all’alba che diventava riferimento per tanti lavoratori ed ancora per i tanti pendolari. Tutto scorreva nella serenità di una routine che bastava alla sua realizzazione, ma si sa, a volte i sogni sono spezzati dalle scelte di qualcun altro, e così, nel 2023, si iniziano i lavori di rifacimento di piazza Matteotti. I nuovi lavori porteranno ad un utilizzo differente di quella che per tutti era “La Stazione”, quindi non più terminal bus e stop al flusso di pendolari, studenti, turisti. Flusso deviato per scelte diverse verso altri terminal bus in realizzazione nella zona Nord della città. Viene così a mancare il nutrimento che aveva sostenuto quell’attività per ben 53 anni. Rocco, a questo punto, non ha scelta. Per preservare il suo futuro deve sacrificare un tassello di storia materana. Il bar, per la seconda volta, viene posto in vendita e prontamente acquistato da chi ne farà un utilizzo differente chiudendo per sempre la parentesi storica, longeva e romantica.
A Rocco D’Eufemia è toccato fondarlo e ad un giovane Rocco è toccato srotolare per l’ultima volta quella rumorosa saracinesca in una chiusura definitiva.