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Un impianto eolico nelle terre del Primitivo? Barricate da Comuni e consorzio

No allo scempio del litorale incontaminato dell’arco ionico-tarantino nel cuore della terra del Primitivo con l’installazione di un “ecomostro” da 16 pale eoliche da 100 megawatt di potenza, un’altezza di 159 metri dal suolo per un mega investimento da 100 milioni di euro. Il tema è emerso in quinta Commissione dove il consigliere regionale Massimiliano…

No allo scempio del litorale incontaminato dell’arco ionico-tarantino nel cuore della terra del Primitivo con l’installazione di un “ecomostro” da 16 pale eoliche da 100 megawatt di potenza, un’altezza di 159 metri dal suolo per un mega investimento da 100 milioni di euro. Il tema è emerso in quinta Commissione dove il consigliere regionale Massimiliano Di Cuia (Forza Italia) ha chiesto l’audizione dei soggetti interessati al progetto depositato al Ministero dell’Ambiente e in attesa delle autorizzazioni e del parere della Regione Puglia che dovrà esprimersi sulla fattibilità.

Contro le pale eoliche si schiera la quasi totalità dei territori interessati che promettono battaglia in difesa di un’area incontaminata ad alto pregio turistico e archeologico che rischia di veder sparire la skyline, la linea del cielo, in un frastuono assordante a danno del silenzio e della lentezza dei luoghi. A quanto è dato sapere il parco eolico dovrebbe funzionare con un impianto ad accumulo da installare nelle campagne nel comune di Taranto ai confini con Lizzano e Torricella in località Cirenone. A proporlo la società Santa Chiara che da oltre un anno, dallo scoppio della guerra in Ucraina, sta facendo attività di scouting nei territori per individuare siti di produzione energetica per sopperire al fabbisogno nazionale. Se l’operazione andrà in porto la progettazione definitiva sarà girata a JB Morgan, colosso mondiale specializzato nella realizzazione di impianti di ultima generazione. In Commissione, però, hanno annunciato battaglia i Comuni di Torricella e Lizzanello sottolineando il colpo mortale che il parco eolico infliggerebbe in un territorio a fortissima vocazione turistica in cui insistono masserie storiche, vitigni, macchia mediterranea e siti archeologici tutelati. Contraria, ovviamente, anche la presidente del consorzio di tutela del Primitivo di Manduria, Novella Pastorelli, mentre gli unici non ostili si sono dichiarati i rappresentanti di Confcommercio Taranto e i gestori di lidi balneari riuniti nella sezione locale del Sib.

L’assessora regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, ascoltata sul punto, ha dichiarato la volontà della Regione Puglia di tutelare la bellezze e le vocazioni agricole, ma ha aggiunto che sulla materia, di legislazione concorrente, l’ultima parola spetta al Governo centrale mentre la Puglia si sta dotando del nuovo Pear, il piano energetico e ambientale nel quale saranno inserite le aree idonee per gli impianti non appena saranno concordati con Palazzo Chigi. Mentre la dirigente della sezione Rransizione energetica ha chiarito che al momento che nessuna richiesta dalla società Santa Chiara risulta ancora pervenuta allo Sviluppo economico.

Nel corso dell’audizione sono interventi il presidente Paolo Campo e i consiglieri di maggioranza ed opposizione Fabio Romito, Antonio Paolo Scalera, Renato Perrini, Luigi Caroli e Massimiliano Di Cuia. Scalera, in particolare, ha annunciato barricate laddove il progetto dell’ecomostro dovesse andare avanti deturpando irrimediabilmente il suggestivo paesaggio delle terre in cui nasce il Primitivo di Manduria.

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