«Fare rete tra i gestori è un passo importante per rafforzare il sistema delle imprese dei servizi pubblici secondo una logica industriale». Lo ha detto Domenico Laforgia, presidente di Acquedotto pugliese (Aqp) e vicepresidente di Utilitalia, in occasione della presentazione del Rapporto Sud di Utilitalia e Svimez che si è tenuta oggi a Bari.
«La commissione Sud di Utilitalia, che coordino – ha sottolineato Laforgia – coinvolge al momento circa 30 aziende interessate alla costituzione di una rete che agisca da vera e propria centrale di committenza. La frammentazione attuale non giova a nessuno. Nelle piccole gestioni in economia dei servizi idrici, ad esempio, gli investimenti sono pari a circa 8 euro annui per abitante contro una media nazionale di 56 euro. Al contrario posso portare l’esempio virtuoso di Aqp che è in piena media europea, con 80 euro investiti per abitante nel 2022».
«Presto – ha concluso – potremo raggiungere i 100 euro, come da obiettivi del piano strategico di Aqp e in coerenza con il Patto per l’Acqua di Utilitalia. Risultati che si possono ottenere solo con gestioni industriali su scala più ampia e in collaborazione con altri territori, così come già oggi fa la Puglia».
Il Rapporto Sud evidenzia le storiche criticità che caratterizzano il Mezzogiorno in tema di servizi a rete e la necessità di semplificare i procedimenti autorizzativi e promuovere gestioni industriali che superino le gestioni in economia nei settori idrico e ambientale.
Questo consentirebbe di avviare un processo accelerato di realizzazione di tali infrastrutture, contribuendo così a promuovere lo sviluppo del settore in modo più efficiente.
Nel settore idrico, secondo il rapporto, il Sud sconta un ritardo infrastrutturale dovuto soprattutto ad una rete idrica vetusta, mentre nella gestione dei rifiuti si registra una mancanza di impianti strategici per il riciclo e il trattamento dei rifiuti.
«La filiera energia-ambiente rappresenta già oggi un asset importante del sistema produttivo meridionale. Guardando alle nuove sfide del cambiamento climatico e della transizione ecologica, il settore delle utility meridionali può rappresentare il campo privilegiato di attuazione di politiche che incidano contemporaneamente sulla qualità del servizio per il cittadino e sulle prospettive di crescita sostenibile dell’area. Occorre però incrementare gli investimenti pubblici e privati nel settore dell’energia, dei rifiuti e dell’acqua allineandoli ai livelli medi europei», ha sottolineato il direttore generale di Svimez, Luca Bianchi. «Le risorse disponibili per i prossimi anni, Pnrr e politiche di coesione – ha evidenziato – rappresentano un’occasione importante per conseguire tale obiettivo e non possono essere sprecate, ma devono essere accompagnate da interventi volti a promuovere una gestione industriale del settore».