È Paola Bruno la nuova segretaria generale della Uil Fpl Puglia. È stata eletta questa mattina al termine del congresso straordinario del sindacato.
Bruno sarà affiancata dalla nuova segreteria composta dal segretario organizzativo Antonio Cascarano; dai segretari: Cosimo Damiano Nicoli, Antonio Di Benedetto, Stefano Facecchia, Marilena Mastronardi e Giuseppe Vicenti e dalla tesoriera Regina Labianca.
La neo eletta segretaria ha tracciato le linee di intervento del sindacato sottolineando la «posizione molto critica nei confronti del Governo».
Per Bruno nella legge finanziaria «non sono state previste risorse adeguate per i rinnovi contrattuali e con i tassi di inflazione che oramai sono fuori controllo, i salari dei dipendenti pubblici, ma non solo, anche quelli dei lavoratori del privato, sono inadeguati».
La Uil Fpl sarà impegnata, dunque, nell’organizzazione di iniziative territoriali e regionali: «Ci impegneremo sul versante dell’assistenza sanitaria che continua ad essere a macchia di leopardo, sono anni che chiediamo invece una assistenza territoriale che vada almeno in parte a rispondere alle esigenze dei cittadini dal momento che le liste d’attesa, non solo per il problema pandemico, ancora oggi continuano ad esistere e ad essere troppo importanti».
Terzo punto sul quale lavorerà, ha affermato, «è la riforma delle autonomie locali soprattutto la riforma delle legge sulla polizia locale. Continueremo a chiedere in maniera trasversale le assunzioni straordinarie. Chiediamo non più solo le stabilizzazioni del personale, che sono legittime, ma anche un piano straordinario delle assunzioni del personale anche alla luce di ciò che avverrà sul territorio pugliese rispetto alle missioni del Pnrr. Benissimo il Pnrr ma non possiamo costruire scatoloni che poi rimangono vuoti».
Al congresso era presente anche il segretario generale Uil Fpl, Domenico Proietti che alla luce della stagione di mobilitazioni annunciata dal sindacato, ha ribadito la posizione della Uil su stipendi, sanità, rinnovi contrattuali e pensioni. «Pensiamo che la manovra abbia alcuni aspetti positivi come il taglio del cuneo fiscale che però non aggiunge niente alle buste paga dei lavoratori. A gennaio sarà uguale a quella di dicembre a fronte di un tasso di inflazione che è ancora molto alto», ha affermato Proietti. Nella manovra, ha sottolineato, «non c’è niente sulle pensioni, anzi c’è un passo indietro. A nostro modo di vedere una mobilitazione a livello regionale aiuterebbe l’azione di tutto il sindacato per far modificare la manovra durante l’iter parlamentare. A chi dice che non ci sono i soldi, noi abbiamo indicato il modo per reperire le risorse necessarie: la tassa sugli extra profitti che consentirebbe di reperire 10-12 miliardi e la lotta all’evasione fiscale, possiamo porci l’obiettivo di recuperare nei prossimi tre anni 30 miliardi, 10 l’anno, dei 100 di evasione stimati. Nella legge di bilancio invece non c’è nessuno strumento che dia operatività alla lotta all’evasione fiscale».
Sulla sanità, ha chiarito Proietti, «chiediamo al Governo di tornare in Europa e riaprire il capitolo del Mes sanitario, che metteva a disposizione 37 miliardi ad un tasso irrisorio, perché quella è la strada per riprogettare la sanità pubblica». Altro tema importante «il rinnovo dei contratti pubblici, ai quali bisogna dare continuità. Sotto questo punto i 5 miliardi annunciati da Giorgetti sono insufficienti. Bisogna rinnovare i contratti della sanità, della scuola e degli enti locali. Bisogna dare risposte ai lavoratori che in questi due anni si sono visti erodere la busta paga». Infine «bisogna riallineare l’età di accesso alla pensione con ciò che avviene nella media degli altri paesi Ue, ovvero 63-64 anni. Mentre in Italia sono dieci anni che si va in pensione a 67 anni».