È cominciato ma è stato subito rinviato al 21 novembre prossimo il processo bis all’ex dirigente della Protezione civile regionale, Mario Lerario e ad altre due persone: l’imprenditore Antonio Illuzzi e ad Antonio Mercurio, ex responsabile della sezione Economato della Regione Puglia (prima di Lerario) e Rup in alcuni appalti. Le accuse sono di corruzione e falso.
Secondo l’accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli, Illuzzi avrebbe pagato una tangente da 35 mila euro, suddivisa in due tranche da 25 prima e da 10 mila euro dopo, per ottenere nove appalti con atti firmati da Lerario e da Mercurio, negli anni 2019, 2020 e 2021 per un importo complessivo di oltre 2 milioni 283mila euro.
Ma non solo: l’incrocio delle carte fatto dai finanzieri tra le offerte alla base degli appalti e le relative liquidazioni fatte dalla Regione, avrebbe fatto emergere pagamenti di somme superiore a quelle oggetto di aggiudicazione per oltre 45mila euro senza alcuna giustificazione negli atti.
Nell’udienza di oggi la difesa di Lerario, l’avvocata Paola Avitabile dello studio Laforgia, ha eccepito la mancanza di alcuni decreti di intercettazione, nei faldoni del processo madre, ma ritenuti indispensabili anche in quello di oggi. Per questo l’udienza è stata rinviata al 21 novembre.
Nel processo si è costituita parte civile la Regione Puglia, rappresentata dall’avvocata Rita Biancofiore, che con una memoria di 24 pagine ha chiesto ai tre imputati il risarcimento dei danni materiali, morali e di immagine contro tutti e tre gli imputati. Illuzzi e Mercurio sono assistiti dagli avvocati Guglielmo Starace ed Eustachio Roberto Sisto.