Centrosinistra barese in stallo per la scelta del candidato sindaco per le comunali del 2024. L’ennesima fumata nera è arrivata dall’assemblea Pd che sabato scorso avrebbe dovuto scremare i tre candidati in corsa per le primarie di coalizione.
Il deputato Marco Lacarra e gli assessori uscenti Paola Romano e Pietro Petruzzelli. Ma nemmeno la presenza del senatore Francesco Boccia, chiamato nel ruolo di “facilitatore”, è riuscito a sbrogliare la matassa.
L’epilogo già scritto, del resto, della pre-assemblea tenuta 24 ore fra il segretario pugliese Domenico De Santis e i tre aspiranti candidati sindaco per arrivare a un’indicazione unitaria. Ognuno con diverse argomentazioni s’è dichiarato indisponibile a fare un passo indietro per lasciare in campo un solo nome da schierare alle primarie così come prevede lo statuto Pd. E infatti il parlamentare Lacarra si ritiene il più organizzato e strutturato in città per pensare a ritirarsi. L’assessore Petruzzelli ha comunicato di aver già raccolto le firme per candidarsi in ogni caso. Mentre l’assessora Romano s’è detta indisponibile ad abbandonare il campo considerando l’appoggio autorevole ricevuto dalla segretaria nazionale Elly Schlein.
Un difficile impasse, insomma, considerando che è stata già scartata l’ipotesi di consultare l’assemblea mettendo ai voti i tre aspiranti candidati. L’unica alternativa è prendere tempo e continuare a mediare, così come ha detto lo stesso Boccia chiudendo l’assemblea sabato scorso.
Di certo il Pd non arriverà pronto con il nome unitario per le primarie al prossimo tavolo di centrosinistra convocato per il 25 ottobre. In quella data i dem devono anche dare una risposta ai Cinque Stelle che per restare nella coalizione chiedono di escludere le primarie per l’individuazione del dopo Decaro. Quasi certamente tutto sarà rinviato, anche perché il centrosinistra attende con trepidazione l’esito delle comunali di Foggia.
In caso di vittoria la coalizione potrebbe ritrovare slancio anche su Bari e sciogliere i nodi esistenti. Qualcuno azzarda anche l’ipotesi di poter chiudere la partita proponendo la candidatura già in campo dell’avvocato Michele Laforgia proposto dall’ala radicale (Sinistra Italiana, Verdi, Socialisti, la Giusta causa e altri) che potrebbe essere accettato dai Cinque Stelle in chiave anti primarie e “ingoiato” da Pd, lista Con e altri movimenti civici che dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, obtorto collo accodarsi.