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Blitz del Nas al Pediatrico di Bari: indagini sulla Cardiochirurgia. Sentiti medici e infermieri

Blitz dei carabinieri del Nas, nei giorni scorsi, all’Ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari. Per tutte le giornate di giovedì e venerdì scorsi, i militari del Nucleo specializzato nella tutela della salute di Bari, hanno interrogato oltre 20 persone, tra medici e infermieri del nosocomio per accertare alcune questioni relative a due vicende di natura…

Blitz dei carabinieri del Nas, nei giorni scorsi, all’Ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari. Per tutte le giornate di giovedì e venerdì scorsi, i militari del Nucleo specializzato nella tutela della salute di Bari, hanno interrogato oltre 20 persone, tra medici e infermieri del nosocomio per accertare alcune questioni relative a due vicende di natura penale.

Incaricati dalla pm del tribunale di Bari, Savina Toscani, hanno focalizzato l’attenzione investigativa innanzitutto sulla figura del dottor Leonardo Milella, direttore della Rianimazione, che ad agosto scorso era stato trasferito dal Policlinico di Bari, da cui dipende il Pediatrico, all’unità operativa che si occupa di formazione. La decisione di tenerlo lontano da reparti “ad alto rischio biologico” era arrivata dopo il lungo periodo di conflitto, a colpi di denuncia, con il direttore della Cardiochirurgia pediatrica, Gabriele Scalzo. Da un lato Milella accusava Scalzo e gli altri medici di aver provocato il decesso dei piccoli pazienti ricoverati nel reparto di Terapia intensiva, con terapie da lui considerate non idonee. Dopo i primi accertamenti svolti dai carabinieri su delega della pm Toscani, erano stati iscritti nel registro degli indagati i vertici del Policlinico e di tre medici tra cui: nei loro confronti è ipotizzata l’accusa di omicidio colposo e lesioni. Dall’altro lato, però, non sono mancate le denunce nei suoi confronti. Con il risultato che il clima di lavoro, nella guerra a colpi di bisturi ed esposti, è diventato irrespirabile. Milella, che è anche imputato di omicidio colposo per non aver diagnosticato l’ipertermia maligna ad una 12enne durante una semplice operazione al femore, è stato quindi trasferito ad altra mansione. Ma nelle ultime settimane, sono giunte agli investigatori numerose segnalazioni, con tanto di fotografie, relative alla presenza del primario all’interno del Giovanni XXIII. Circostanza, pare, non consentita. E gli interrogatori fatti dai carabinieri nei giorni scorsi avrebbero avuto già come risultato la conferma.

La seconda questione sulla quale si sono soffermati gli investigatori riguarda un’altra denuncia, e cioè quella che evidenzia la pratica frequente di cateterismi cardiaci, interventi mini invasivi che andrebbero fatti solo in urgenza e con la presenza di un cardiochirurgo. Le linee guida della Cardiochirurgia pediatrica, in sostanza, stabiliscono che la sala operatoria e il luogo deputato ai cateterismi devono far parte dello stesso plesso ospedaliero per la sicurezza dei piccoli pazienti. Secondo l’esposto, invece, gli interventi sono regolarmente programmati (senza, quindi, il carattere d’urgenza) ed eseguiti al Policlinico mentre il cardiochirurgo si trova al Pediatrico.

Su entrambe le questioni si soffermerà nei prossimi giorni anche il Nirs, il Nucleo ispettivo regionale sulla salute, istituito dal Governatore Michele Emiliano e coordinato dall’avvocato Antonio La Scala, che già nei mesi scorsi aveva avviato accertamenti sul posto, ascoltando il personale e acquisendo materiale utile. Non si esclude, a questo punto, che vengano disposte nuove ispezioni all’interno dell’ospedale “Giovanni XXIII”.

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