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Furti d’auto e associazione mafiosa: così Bari sale ai primi posti per reati. Ma calano le denunce

Una provincia che denuncia, piazzandosi nella prima fascia dei Comuni italiani per numero di reati segnalati: 29esima su 106, calcolando le 44.416 denunce presentate nel 2022. Il dato, secco, come presentato da un lavoro del quotidiano economico Il Sole 24 Ore (sulla base delle statistiche sulla criminalità aggiornate al primo semestre 2023, estratte dalla banca…

Una provincia che denuncia, piazzandosi nella prima fascia dei Comuni italiani per numero di reati segnalati: 29esima su 106, calcolando le 44.416 denunce presentate nel 2022.

Il dato, secco, come presentato da un lavoro del quotidiano economico Il Sole 24 Ore (sulla base delle statistiche sulla criminalità aggiornate al primo semestre 2023, estratte dalla banca dati interforze del Dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno), racconta però tanto altro.

A cominciare dal fatto che la percentuale di chi ha denunciato nel 2023 è in flessione rispetto allo stesso periodo del 2022, del 12,1 per cento. Approfondendo le varie tipologie di reati sui quali è stato elaborato il report, emerge una fotografia di Bari come una città afflitta dai furti di auto (è al quinto posto con 505 denunce su 100mila abitanti).

E se, da un lato, rassicura il posizionamento in ultima fascia della statistica per numero di omicidi volontari (è al 90esimo con 0,2 denunce per 100mila abitanti), non può lasciare indifferenti il nono posto per denunce (e dunque indagini, inchieste, arresti, processi) per associazione di stampo mafioso (0,5 denunce per 100mila abitanti).

Allo stesso posto in classifica, sorprende la risalita dei reati di contrabbando, un fenomeno che si considerava passato, ma che evidentemente è ancora in auge nella sua accezione più estesa.

Ancora alta è la percentuale delle denunce per usura, una delle piaghe che da sempre affligge i baresi, essendo connaturata a una specie di abitudine nelle pieghe storiche della città: Bari è al quindicesimo posto sui 106 Comuni italiani, segnata da 0,6 percento delle denunce ogni 100mila abitanti.

Al 18esimo per contraffazione di marchi e prodotti industriali, al 19esimo per furto di moto, precipitando a 74esimo per furti in appartamento. Un dato che rincuora vista l’incidenza degli anni scorsi, quando a portare a termine le razzie in casa erano soprattutto vere e proprie bande di georgiani. Alta invece la percentuale delle rapine in abitazione e “in pubblica via”, cioè gli scippi: i due reati collocano Bari rispettivamente al 29esimo e al 33esimo posto. Sempre nella fascia alta per quanto riguarda le denunce per spaccio, al 33esimo posto e per riciclaggio (al 28esimo). Non emergono, perché non avvenuti o mai denunciati, i delitti informatici (Bari è 78esima) o le violenze sessuali (75esima), o ancora, le percosse (76esima).

E a consuntivo della nuova statistica, nell’analisi dei dati va comunque considerato il diktat imposto dalla legge Cartabia, che qualifica come perseguibili (ad eccezione di reati molto più gravi) solo quelli denunciati. I furti, per cominciare, sono la più chiara dimostrazione della riforma.

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