L’Istituto Oncologico di Bari ha comunicato ieri di aver sospeso in via cautelare dal servizio due dipendenti indagati per peculato dopo il presunto furto di medicinali e dispositivi medici all’interno della struttura. L’ennesimo episodio di illeciti nel settore della farmaceutica ospedaliera, come emerso dall’inchiesta aperta nel 2020 dalla Procura di Bari e in base alla quale medicinali e presidi venivano utilizzati anche per l’assistenza domiciliare a pagamento. Purtroppo, non un caso isolato se si guardano i dati, in aumento esponenziale, della spesa per i farmaci in Puglia.
Basti pensare che dal 2019 al 2022 la sanità pugliese ha collezionato un surplus di acquisti, soprattutto per la distribuzione diretta ospedaliera, pari ad miliardo e duecentomila euro rispetto al target nazionale prefissato.
Un fiume di danaro buttato dalla finestra contravvenendo anche alle decine di delibere regionali anti sprechi puntualmente disattese dalle dieci aziende sanitarie.
E se è vero che alla pari delle liste d’attesa si tratta di un problema comune a tutte le regioni, la Puglia sta decisamente peggio. Il problema infatti si poteva affrontare diversamente con risparmi per le casse regionali. In dettaglio uno dei nervi scoperti riguarda la logistica spezzatino, un vero e proprio pozzo di san Patrizio che sfugge ai controlli, e dove quotidianamente si consuma il grosso degli sperperi. Motivo? In Puglia operano nel settore dello stoccaggio dei farmaci ben 82 Hub diversi di raccolta e distribuzione di farmaci, dispositivi medici e prodotti sanitari.
Un sistema d’altri tempi che determina ritardi e assenza di controllo su entrate ed uscite. Nel 2016 l’Ares Puglia mise a punto uno studio in collaborazione con il Politecnico di Bari e quello di Torino per razionalizzare la distribuzione dei farmaci con tre soli Hub di riferimento. Uno per il Nord per Asl Bat, Asl Foggia e AUO Foggia, quello del Centro per Asl Bari, AUO Bari, IRCCS De Bellis e Giovanni Paolo II, quello del Sud per Asl Brindisi, Asl Lecce e Asl Taranto. Un sistema che potrebbe garantire un risparmio di circa 54 milioni di euro l’anno, mezzo miliardo di euro in nove anni.
L’Agenzia sanitaria pugliese lo ha approvato in via definitiva nel 2021, ma da allora è rimasto lettera morta. Così come l’iniziativa imprenditoriale privata: nei mesi scorsi infatti, aveva proposto un progetto per riconvertire l’ex stabilimento Baritech. Un progetto che puntava proprio a creare un centro di riferimento sulla scorta dello studio dell’Ares con sistemi innovativi in grado di attivare una catena di distribuzione veloce ed efficace per garantire la consegna delle forniture sanitarie essenziali evitando colli di bottiglia, polverizzazione della logistica, economie di scala. In più la proposta avrebbe consentito di assorbire il grosso dei 116 licenziamenti avviati dalla ex Baritech. Che fine ha fatto il progetto? I promotori non hanno mai ricevuto risposta e nel frattempo lo stabilimento ex Baritech è rimasto abbandonato a se stesso, in attesa di essere svenduto ai saldi.