È stato un incontro «molto utile» quello tra la Commissaria europea per la Coesione e le Riforme, Elisa Ferreira, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Ad affermarlo è lo stesso governatore pugliese che spiega come «alla Commissaria abbiamo spiegato i rischi che stiamo correndo con riferimento all’utilizzo dei fondi per il superamento della questione meridionale – Fondi europei, Fondo di Sviluppo e Coesione, fondi per le Aree Interne e le aree Zes – a seguito dell’accentramento di poteri in capo alla presidenza del Consiglio dei Ministri, che esautora le regioni del Mezzogiorno sulle politiche di loro maggiore interesse».
Un processo che, per Emiliano, «si realizza proprio nel momento in cui le Regioni del Sud stanno cominciando a fare bene tutto il loro dovere per dare un contributo alle difficoltà economiche del Mezzogiorno», ha detto ancora il presidente della Regione ricordando anche che «la Puglia è la prima Regione italiana e una delle prime d’Europa nella capacità di spesa di questi fondi. La seconda questione di cui abbiamo parlato è l’assurda decisione del governo di definanziare la realizzazione della costruzione dei due nuovi forni a riduzione diretta da parte dell’Ilva in amministrazione straordinaria guidata da Franco Bernabè e della società Dri, che sono società del governo. Questi lavori – ha aggiunto – sono indispensabili per l’abbattimento delle emissioni pericolose. Il definanziamento di questa gara, che era già stata aggiudicata, determinerà inevitabilmente un ritardo ingiustificato, perché nelle clausole contrattuali era previsto che l’impianto dovesse essere costruito entro il 2026. La gara era stata vinta da una società molto seria e i tempi di realizzazione dell’impianto erano chiari. Il governo, invece, ritenendo che si rischiasse di non rispettare questo termine, ha definanziato il miliardo già dato all’Ilva in amministrazione straordinaria e ha bloccato l’inizio dei lavori. Queste sono le informazioni che abbiamo riferito alla Commissaria».
La Commissaria europea per la Coesione e le Riforme, Elisa Ferreira, accompagnata da una nutrita delegazione, durante la sua missione istituzionale ha intrattenuto con Melucci un fitto colloquio sugli obiettivi raggiungibili attraverso i progetti candidati al Just transition fund, il fondo europeo che finanzia la conversione di quei territori la cui economia dipende prevalentemente da fonti fossili, oltre che sul futuro della grande industria.
Il Comune di Taranto ha predisposto quattro interventi, per un investimento complessivo di 250 milioni di euro: la “Green Belt”, una forestazione spinta del perimetro urbano; il “Sea Hub”, per potenziare la filiera del mare e la mitilicoltura; la “Biennale del Mediterraneo”, ricerca e innovazione sui temi dell’architettura e dell’arte contemporanea; il “Campus ionico della ricerca”, per favorire la nascita di start up e attirare cervelli.
«Dal confronto con la commissaria – ha detto Melucci – ricaviamo la sensazione di aver svolto bene il nostro lavoro, di aver fatto i compiti a casa e di avere una programmazione strategica sofisticata e in linea con gli obiettivi della transizione giusta europea, anche attraverso i progetti Horizon che abbiamo strutturato. Con Ferreira, inoltre, ci siamo intesi sulla necessità di coinvolgere maggiormente i privati sui pillar loro destinati, all’interno del regolamento del Jtf. Resta il nodo della riconversione dell’industria siderurgica: con l’ipotesi dell’accordo di programma avremmo potuto immaginare di inserire in quel quadro generale anche ulteriori progetti che la sostenessero indirettamente, sfruttando le risorse del jtf, in uno schema che rispettasse le linee guida europee, e offrendo opportunità diffuse; se quell’ipotesi tramonta, almeno secondo il nuovo intendimento del Governo nazionale, allora abbiamo bisogno di ragionarci ulteriormente».