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Wagner in Russia a un bivio, figlio di Prigozhin o ‘capelli grigi’ Troshev?

(Adnkronos) - A un bivio il futuro della Wagner in Russia. A un mese e mezzo dalla morte di Evgeny Prigozhin il gruppo di mercenari è ancora senza un capo: due i potenziali leader, uno apparentemente appoggiato dal Cremlino, l'altro dai gerarchi dell'organizzazione. Il Gruppo Wagner, che cerca una nuova collocazione nella galassia putiniana, si…

(Adnkronos) – A un bivio il futuro della Wagner in Russia. A un mese e mezzo dalla morte di Evgeny Prigozhin il gruppo di mercenari è ancora senza un capo: due i potenziali leader, uno apparentemente appoggiato dal Cremlino, l’altro dai gerarchi dell’organizzazione. Il Gruppo Wagner, che cerca una nuova collocazione nella galassia putiniana, si trova a scegliere tra due strade alternative. La prima porta dritto all’ex capo di Stato maggiore dell’organizzazione di mercenari, Andrey ‘Sedoy’ (capelli grigi) Troshev, l’altra, nel solco di una sorta di dinastia familiare, al figlio di Prigozhin, Pavel.  

 

La partita tra i due vale soldi e potere. Dall’Ucraina all’Africa, infatti, non ci sono teatri di guerra in questi anni che gli uomini della Wagner non hanno calpestato con i loro anfibi. L’eredità soprattutto in Africa significa miniere, contratti per la sicurezza, ma anche interessi geopolitici, con la ‘leva’ della migrazione da poter azionare per aumentare la pressione sulle sponde dell’Europa.  

“La Wagner che spinge, la Russia che si inserisce, il cambiamento climatico che porta il deserto a mangiarsi l’agricoltura. Una serie di concause che messe insieme creano un problema enorme che da sola l’Italia non può affrontare e ritengo che pure l’Europa da sola faticherà ad affrontare”, affermava poche settimane fa il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. 

A parlare esplicitamente del dualismo per la leadership della Wagner è stato l’Institute of Study of War (Isw). Secondo il think tank con sede a Washington, Pavel Prigozhin sarebbe emerso come leader alternativo a Troshev, di recente apparso insieme a Putin e dal quale ha ricevuto l’ordine di iniziare a formare unità di volontari da destinare alla guerra in Ucraina. ‘Capelli Grigi’ è integrato nell’organigramma del ministero della Difesa dallo scorso luglio, dopo che si era rifiutato di seguire Yevgeny Prigozhin nell’ammutinamento di giugno e aveva offerto la sua lealtà al Cremlino. 

 

Insignito due volte dell’Ordine della stella rossa per il suo servizio in Afghanistan, due volte dell’Ordine per il coraggio e di una medaglia dell’Ordine al merito per la patria per il suo operato in Cecenia, l’ex militare che ha 70 anni, originario dell’allora Leningrado, dove si era diplomato all’Accademia di artiglieria, è stato inserito nell’elenco delle persone colpite da sanzioni dell’Unione Europea già nel dicembre del 2021 per il suo ruolo in Siria. 

Secondo l’Isw, lo stretto rapporto tra Troshev e Putin – quest’ultimo indicato da molti esponenti della Wagner come il mandante dell’omicidio di Yevgeny Prigozhin – sancito da alcuni scatti in pubblico, avrebbe scatenato il dissenso tra alcuni gerarchi, che spingono per un leader alternativo. 

 

Il think tank ha citato un post pubblicato su uno dei canali Telegram associati alla Wagner, in cui si annunciava che Pavel Prigozhin ha assunto il “comando” del gruppo Wagner e che il figlio dell’ex ‘chef di Putin’ sarebbe in trattative con Rosgvardia (la Guardia Nazionale russa) per un possibile ritorno del gruppo al fronte in Ucraina. Ritorno, tra l’altro, che è già stato confermato dall’intelligence britannica, secondo la quale di recente centinaia di mercenari, precedentemente arruolati nel Gruppo Wagner, sono tornati individualmente o in piccoli gruppi per combattere a fianco di unità filo-russe, in particolare nella zona di Bakhmut. 

Con Pavel alla guida, precisa il canale Telegram, il gruppo manterrebbe il proprio nome, i simboli, l’ideologia, la struttura, la gestione e i principi operativi stabiliti. Membro dell’élite russa, il 25enne possiede diverse attività commerciali e complessi immobiliari di lusso a San Pietroburgo. Secondo The Independent, che cita una presunta fotografia del testamento di Prigozhin, Pavel sarebbe destinato ad ereditare la maggior parte della fortuna di suo padre, incluso il Gruppo Wagner, proprietà e 120 milioni di dollari. Per il giornale online britannico, Prigozhin ha lasciato a Pavel una casa a San Pietroburgo, nove società per azioni, azioni della Concord e la sua attività di ristorazione. Il giornale, inoltre, ha citato documenti societari secondo cui Pavel controlla un’azienda chiamata Lakhta Plaza, sanzionata dagli Stati Uniti nel marzo 2022. 

Fonti vicine alla questione citate dall’Isw, tuttavia, indicano che la leadership di Pavel Prigozhin potrebbe non essere del tutto indipendente dal momento che si ritiene sia sotto l’influenza di Mikhail Vatanin, il capo del servizio di sicurezza della Wagner. Ciò suggerisce una potenziale divisione all’interno dell’organizzazione di mercenari, con alcuni membri raccolti attorno alla leadership del giovane come alternativa a quella allineata al Cremlino e al ministero della Difesa rappresentata da Troshev. 

 

La presunta ‘faida’ interessa all’Europa anche per le conseguenze in chiave migranti che potrebbe avere sulla sua presenza in Africa, dove la Wagner è stata in ben 18 Paesi ed è in Libia, dove sostiene il generale Khalifa Haftar, in Mali, dove dopo il ritiro delle missioni militari occidentali fornisce la sicurezza al palazzo presidenziale e partecipa alle missioni contro i gruppi jihadisti e nel turbolento Centrafrica, dove sostiene il governo in cambio di licenze di sfruttamento di miniere di oro e diamanti. Ma non solo. 

“Nell’Africa subsahariana da tempo si stanno muovendo i mercenari russi della Wagner, con grande determinazione. Il gruppo ha sfruttato la situazione di instabilità per rafforzare la sua presenza nel Sahel. Li abbiamo visti in Mali, Burkina Faso. Il conflitto in Niger gli servirà per penetrare anche lì”, metteva in guardia il primo ministro nigerino in esilio, Ouhoumoudou Mahamadou. 

Commentando a caldo la morte di Evgeny Prigozhin, Andrej Kortunov, direttore accademico del Consiglio russo per gli affari internazionali (Riac) a Mosca, riteneva che l’impatto sarebbe stato “più visibile in Africa che in Ucraina”. Secondo Kortunov, quanto accaduto “non necessariamente” significherà lo scioglimento della Wagner. E cautela è stata espressa dall’analista anche sull’ipotesi che l’influenza della Russia ora possa diminuire in quei Paesi dell’Africa dove il gruppo di mercenari è più radicato. “Dipenderà dal fatto o meno che la Wagner dimostrerà di avere una seconda linea di comando forte in Africa”, spiegava. 

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