Un autista del 118 dell’Asp, l’Azienda sanitaria locale di Potenza, è stato condannato a sette anni e all’interdizione dal pubblico servizio per aver commesso violenza sessuale nei confronti di un’infermiera durante il turno di lavoro.
La sentenza è stata emessa ieri dal tribunale di Potenza. Si tratta, afferma la Fp Cgil del capoluogo lucano in una nota, di una decisione che «mette un punto fermo su una vicenda dolorosa che ha coinvolto in modo tragico la vittima di abusi, che porterà per sempre con sé un carico di sofferenza, ma che coinvolge ciascuno di noi, richiamandoci alle nostre responsabilità».
La vittima denunciò subito l’accaduto «senza tuttavia che scattasse davvero quella rete di condanna e indignazione collettiva che ci si attende in casi del genere», sottolinea il sindacato ricordando di essersi «associato da subito alla sua rabbia e al suo dolore, ritenendo inammissibile che una donna debba subire molestie e violenza ed inaccettabile che questo accada sul luogo di lavoro, durante un turno di lavoro, da parte di un collega».
La Fp Cgil di Potenza, attraverso la segretaria generale Giuliana Pia Scarano e la segretaria Sandra Guglielmi, chiedono all’Asp «l’istituzione di un tavolo per condividere un protocollo sulla sicurezza degli operatori, prevedendo un sistema stringente di controlli, e il coinvolgimento dei lavoratori per la sicurezza per integrare in maniera più incisiva nel documento di valutazione dei rischi aziendale il rischio di violenza e molestie anche di genere esattamente come ogni altro rischio connesso all’ambiente lavorativo, individuando le relative misure di prevenzione e protezione. È necessario garantire sicurezza. Fare quadrato contro la violenza e lanciare segnali inequivocabili. È un preciso obbligo del datore di lavoro e un impegno vincolante per noi tutti», affermano.