(Adnkronos) – La scomparsa di Giorgio Napolitano, morto oggi all’età di 98 anni, è tra le news che trovano ampio spazio sui media stranieri e in particolare sui siti di testate di tutto il mondo: dalla Tass alla Deutsche Welle, da ‘El Pais’ alla Faz e da ‘Le Monde’ alla Frankfurter Allgemeine Zeitung: “Primo presidente nella storia italiana del dopoguerra ad essere rieletto”, “primo ex-comunista a diventare presidente”, “molto apprezzato a livello internazionale” dove veniva considerato “un interlocutore imparziale e affidabile”, scrive il giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung.
“E’ morto l’ex presidente Giorgio Napolitano”, scrive la Tass, ricordando che rassegnò le dimissioni nel 2015 all’età di 89 anni. “Il presidente più longevo dell’Italia moderna ha contribuito a guidare l’Italia attraverso la crisi del debito sovrano dell’Ue”, si legge sul sito della Deutsche Welle. “Europeista convinto e rinomato statista, l’uomo noto come “Re Giorgio” ha contribuito a far uscire il suo paese da una crisi del debito nel 2011”, si legge su ‘El Pais’. “La presidenza italiana è in gran parte cerimoniale, ma Napolitano ha usato i suoi poteri alla fine del 2011 per evitare una crisi nominando un tecnocrate della Commissione europea, Mario Monti, alla guida del governo”.
“Infaticabile militante, ha avuto un ruolo di primo piano nella vita politica italiana. Simbolo di stabilità e longevità politica, rimase capo dello Stato per nove anni”, si legge sul sito di ‘Le Monde’, che dedica a Napolitano un lungo articolo. “Comunista riformista, capace di dialogare con i dirigenti della Democrazia cristiana e con i sindacati, europeista convinto, partecipò a molti congressi internazionali in Europa, strinse legami con leader di sinistra, come Willy Brandt in Germania. Nel 1978 è diventato il primo membro del Pci a ricevere un visto per recarsi negli Stati Uniti”, prosegue il giornale francese.
Dopo la rinuncia, continua, ‘Giorgio Napolitano continuò per diversi anni a sedere a Palazzo Madama, ricevendo da ogni dove, e con la massima discrezione, i funzionari italiani e stranieri che venivano a consultarlo. Ed è nei panni di un oracolo che concluderà una carriera politica lunga più di mezzo secolo, che avrà visto il “principe rosso”, il soprannome dei suoi inizi, diventare, per la stragrande maggioranza degli italiani, il “Re Giorgio”.
E ancora, a ricordare Napolitano è il giornale belga ‘Le Soir’: “L’ex presidente italiano Giorgio Napolitano, dirigente storico del partito comunista e promotore della costruzione europea” che “in qualità di capo dello stato ha conosciuto vari governi in un’Italia dagli esecutivi cronicamente instabili”. “Pilastro del post-comunismo italiano”, lo definisce il New York Times.
“Primo ex capo di stato comunista, si scontrò con Berlusconi e si aggiudicò un secondo mandato che non aveva precedenti”, sottolinea il britannico Times. “Napolitano – lo ricorda l’austriaco Der Standard – doveva una parte considerevole della simpatia – sia tra gli italiani che sulla scena internazionale – alla sua squisita cortesia e ai suoi modi impeccabili: era un gentiluomo della vecchia scuola, un vero “signore”. E aveva integrità del cento per cento, una qualità che non è molto comune nella politica italiana. Napolitano era amico dell’ex cancelliere tedesco Willy Brandt e l’ex segretario di Stato americano Henry Kissinger lo definì ironicamente “il mio comunista preferito”.